Lamezia, una panchina rossa e una bianca per ricordare Rosa e il piccolo Leonardo a 50 anni dall'omicidio

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Lamezia Terme – Una panchina bianca e una rossa sono state scoperte questo pomeriggio in via Torre, Largo Gualtieri in memoria di Rosa Fazzari e del suo piccolo Leonardo. Ricorre quest’anno, infatti, il 50esimo anno della loro scomparsa, avvenuta per femminicidio ed infanticidio. L’evento è stato voluto dall’associazione “Per Te”, in collaborazione con l’associazione culturale "Altrove". Nella sede di via Lissania si è prima tenuta la presentazione del libro “R-esistenze” - Venti storie di quotidiana resistenza. Il libro narra venti storie di donne comuni che sono esempi di resistenza femminile, in particolar modo scritte nel periodo Covid. Parte dei proventi verrà devoluto ad associazioni che tutelano e salvaguardano i diritti delle donne, hanno spiegato gli organizzatori. Presenti all'iniziativa, oltre ai parenti, la presidente dell'associazione "Per te", Caterina Nero, che ha fatto un saluto e Anna Cardamone come presidente dell'associazione "Altrove". Presente anche il vicesindaco Antonello Bevilacqua, e la sovrantendente della Polizia, Rosa Sposito, la vice presidente dell'associazione "Per te", Laura Gigliotti, che prima del breve corteo ha presentato il libro "R-esistenze" con le autrici Alessandra Ferrero e Iris.

A seguire, nonostante la pioggia, il nutrito gruppo ha preso parte all'inaugurazione della targa in memoria di Rosa e del piccolo Leonardo. Una mamma che tiene in braccio il suo bambino è stata raffigurata nella targa posta sulla panchina nel piccolo spazio verde di via Torre. Molto sentite le testimonianze in merito al tragico evento avvenuto il 13 agosto del 1973. Un fatto atroce che scosse, oggi come allora, l'animo dei familiari e dell'intera città di Lamezia Terme.

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Pochi giorni dopo il matrimonio, con la casa ancora addobbata con i fiori bianchi, si consumò la tragedia nel centro storico di Lamezia. Era il 13 agosto 1973. Il ricordo di quel dramma è ancora vivo nella memoria dei familiari e di quanti conoscevano quella sfortunata donna: uccisa a coltellate dall’uomo che aveva spostato solo due settimane prima. La casa, dove il suo piccolo di appena 4 anni dormiva in un angolo del letto matrimoniale, fu data alle fiamme. Il suo pianto aveva attirato i poliziotti giunti sul posto che, con coraggio, lo salvarono. Ma, dopo cinque giorni di agonia, è morto nell’ospedale di Messina, dove era stato trasferito dal pronto soccorso lametino a causa delle gravi ustioni sul suo corpicino. Rosa Fazzari morì a 39 anni con il suo piccolo Leonardo, avuto quando era nubile. La vita di una donna, madre, moglie e zia stroncata dalla “gelosia morbosa” di quell’uomo che, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti dell’epoca, era uscito dal carcere da poco per un precedente omicidio che aveva commesso e si trovava in libertà vigilata. L’omicida avrebbe poi tentato di suicidarsi ma fu fermato dai poliziotti e arrestato per il duplice delitto ai danni della moglie e del figliastro. L’uomo dal carcere finì in un centro di salute mentale e fu poi trovato morto, in età anziana, nella sua abitazione dove viveva da solo. Un femminicidio, quindi, consumato quando ancora il termine non esisteva. Solo nel 2019, si arrivò al provvedimento che più ha inciso nel contrasto alla violenza di genere: la legge n. 69 del 2019 (c.d. Codice rosso). Oggi, la città di Lamezia ha così voluto ricordare la memoria di una giovane mamma e del suo piccoletto.

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