Suicidi tra forze dell’ordine, nuovo sindacato carabinieri Calabria: “Un dramma ignorato”

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Catanzaro – “Non facciamo in tempo a piangere un collega morto suicida che un nuovo ferale annuncio sconvolge tutti noi appartenenti alle Forze dell'Ordine. Un tragico bollettino di morte che tuttavia non scalfisce, al di là delle retoriche frasi pronunciate nelle cerimonie ufficiali, una gerarchia scollata dalla realtà che, contornata da attendenti, autisti, aiutanti di campo e stuoli di cavalieri serventi destinati a soddisfar capricci, continua a non preoccuparsi del disagio del personale, le cui istanze rimangono un disgustoso rumore di sottofondo per chi è troppo impegnato a compiacersi di se stesso e del proprio ruolo apicale, riluttante a porsi in discussione e cambiare il proprio approccio ascoltando concretamente le voci del personale”. Ad affermarlo è la segreteria regionale del nuovo sindacato carabinieri che aggiunge: “Così accade che un maresciallo aiutante della GDF, Beniamino Presutti, di appena 50 anni, con 29 anni di servizio, ottenga un trasferimento richiesto per anni. Tuttavia il nuovo incarico non tiene conto di aspirazioni, competenze e specializzazioni. Quindi se dopo trent'anni vuoi andare vicino casa ti tocca accontentarti e tornare a fare i turni da 12 ore altrimenti non devi rompere. Un dramma – aggiungono - che si ripete ogni volta in cui la classe dirigente non tiene conto che un operatore di polizia vuole sentirsi utile alla sua comunità, ha aspettative personali e professionali che non possono essere ignorate da chi decide dall'alto di uno scranno feudale il dove, il perché ed il come un finanziere, un carabiniere o un soldato debbano lavorare. La gerarchia militare, che un tempo teneva in considerazione le persone, oggi le equipara a numeri, a pratiche da archiviare, a caselle da riempire secondo la propria convenienza”.

“Si pensa a propagandare sicurezza statistica, numeri, percentuali da snocciolare alle feste del Corpo – proseguono dal sindacato - diventato ormai un brand da esportare, senza contare come si sia arrivati a quei numeri e soprattutto se l'attuale organizzazione di polizia sia orientata più alle statistiche burocratiche che al reale contrasto criminale ed alla vicinanza al cittadino. L'aggiornamento professionale spesso è apparente, nullo, propedeutico solo ad archiviare la pratica ed a far quadrare le carte. È richiesto soffrire, essere duri, perché non è ammesso avere fragilità o problemi familiari altrimenti - dicono tronfi i Dirigenti – sceglievano un’altra professione. Migliaia di militari che ogni giorno si imbattono in amministrazioni sorde e cieche anche in presenza di situazioni personali gravissime che nei rari casi in cui vengono risolte, ciò accade per bonaria concessione, per raccomandazione e non per diritto”.

“Da qualche mese qualche solerte generale ha stabilito addirittura che chi dorme in caserma non possa più neanche usare elettrodomestici come ventilatori, frigo, lavatrici, fornetti, macchine del caffè, condizionatori nelle camerate. Ti obbligano a dormire in caserma se sei in ferma volontaria, ma con 40 gradi ad agosto neanche il ventilatore ! Dicono siano misure di sicurezza per evitare di sovraccaricare la rete! Poi però, quella rete nessuno verifica se è a norma o provvede ad adeguarla. Dormire al fresco non forgia il carattere della truppa. Contestualmente però, durante le cerimonie, gli stessi emanatori dell'ordine si riempiono la bocca di parole come " la caserma è la casa del Carabiniere"! Ci hanno dormito lor signori in una caserma rovente in provincia di Crotone o sulla piana di Gioia Tauro oppure nel trapanese tra luglio ed agosto? E ci staranno il prossimo inverno in quella "casa" dove spesso piove dentro e si gela senza poter accendere una stufa elettrica? Questa segreteria regionale del NSC continuerà a denunciare atteggiamenti vessatori facendo i nomi ed i cognomi dei dirigenti che tradendo il loro ruolo rovinano l'esistenza del loro personale”.

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