Lamezia Terme - Una struttura solida che trasuda ancora della creatività e della passione di Giò Iannazzo: il Casino Lenza, a due anni esatti dalla sua scomparsa, continua a portare avanti le sue tante attività grazie alla squadra che lo ha sempre circondato, a partire dalla moglie Francesca e dal figlio maggiore Antonio, oggi ventenne e desideroso di proseguire su quel solco che con tanti sacrifici, ma anche caparbietà, il papà ha tracciato.
Giò Iannazzo e la moglie Francesca
La particolare struttura, situata sulla strada provinciale 169 a Lamezia, è un vecchio casino di caccia risalente alla metà dell’ottocento. Dopo l’acquisizione della famiglia Iannazzo, ha ricevuto nel corso degli anni innumerevoli restauri, rinnovandosi di prestigio e funzionalità. Da residenza di famiglia, viene trasformata nel 2000 in una grande attività di eventi e ricevimenti. Giò e la moglie Francesca lavorano fianco a fianco per diciassette anni con lo scopo di trasformare, giorno per giorno, la location che lui ha sempre desiderato realizzare. Il Casino Lenza, con le sue idee, diviene luogo ideale in Calabria per celebrare matrimoni, piccoli e grandi eventi, ricevimenti e catering. Ad abbellirlo, un ampio giardino dotato di spazi attrezzati e aree interne ed esterne per diverse tipologie di manifestazioni che vengono organizzate in qualsiasi periodo dell’anno.
La struttura, ancora oggi, sempre a conduzione familiare, resta sobria ed elegante, ma allo stesso tempo a passo con le nuove tecnologie e in linea con la crescente domanda di soluzioni integrate. L’eredita di Giò continua ad essere portata avanti dalla moglie, ma soprattutto dal prezioso contributo dei suoi due figli. Antonio, ventenne, è nato e cresciuto proprio all’interno del Casino Lenza, respirando quella mentalità che ha portato il padre a realizzare grandi progetti. Con lo stesso entusiasmo vuole continuare il lavoro da lui improvvisamente lasciato, portando novità e innovazione a quella che, prima di un’attività vera e propria, è sempre stata la sua casa. E chissà se fra qualche anno, anche il secondogenito David, oggi dodicenne, possa prendere insieme al fratello le redini della struttura, coronando il sogno di Giò.
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