Lamezia Terme - La corte d’appello di Catanzaro ha assolto i fratelli Francesco, Mario e Roberto Aiello (difesi dagli avvocati Gambardella e Cantafora), Salvatore Ammendola e Mohammed Arbi (difesi dall’avvocato Falvo), Francesco Cosentino (difeso dall’avvocato Cantafora), Giuseppe De Biase (difeso dall’avvocato Canzoniere), Vincenzo Salvatore Carere (difeso dall’avvocato Puteri) e Giovanni Calabria (difeso dall’avvocato Rettura), Francesco Muraca (difeso dall’avvocato Ferraro), accusati a vario titolo di truffa ai danni dello stato. Per la Corte catanzarese il fatto non sussiste ed ha disposto la restituzione dei beni, previamente sequestrati, agli imprenditori lametini attivi nel campo del tessile.
I fratelli Aiello, nel dicembre 2009, erano stati condannati dal tribunale di Lamezia Terme a 3 anni di reclusione ciascuno per truffa ai danni dello stato e confisca di tutti i beni. I fratelli erano tra i proprietari della ditta Imm srl, un’industria tessile creata a Falerna che, secondo l’accusa, sarebbe servita per essere beneficiaria di contributi pubblici per 4,1 miliardi di vecchie lire così come la Elettrika Impiantistica guidata da Mohamed Arbi. Il tribunale di Lamezia aveva condannato i fratelli Aiello a tre anni, il loro socio Salvatore Ammendola a 2 anni, Vincenzo Salvatore Carere, consulente, a 2 anni, Mahamed Arbi e il suo socio Francesco Muraca a 4 anni, l'imprenditore Giuseppe De Biase a 2 anni e il ragioniere Francesco Cosentino a 4 anni e mezzo. Oggi, la corte d’appello di Catanzaro ha deciso di riformare la sentenza di primo grado assolvendo gli imputati dalle accuse rivolte.
© RIPRODUZIONE RISERVATA