Lamezia Terme - Il gip del tribunale di Lamezia, Fontanazza, ha rigettato l'opposizione alla richiesta di archiviazione di un operatore della Polizia Locale, C.M.U., responsabile provinciale di un sindacato di categoria, che aveva denunciato il dirigente del Corpo, Zucco, per un presunto abuso d'ufficio, nonché per falso ideologico. La vicenda risale alla fine di marzo 2013, quando, al vigile urbano, a seguito di attività d'istituto, ritirò l'arma di ordinanza in via cautelare.
Dalla vicenda ne scaturì un duplice procedimento amministrativo, che si concluse con due provvedimenti, uno del Prefetto di Catanzaro, che ritenendo che nel vigile urbano erano venuti meno i requisiti per il porto della pistola d'ordinanza, decretò, alla fine di giugno dello scorso anno la revoca della qualifica di agente di P.S. e la conseguente impossibilità di detenere l'arma d'istituto. Il procedimento disciplinare, avviato dal dirigente del Corpo, Zucco, si concluse con l'inflizione della sospensione di due giorni dal lavoro. La misura fu poi revocata perché emessa fuori termine massimo. Nel contempo, nel mese di settembre 2013, l'operatore denunciò per falso e abuso d'ufficio il comandante della Polizia Locale, Salvatore Zucco, nel frattempo passato ad altro incarico, sostenendo che l'azione dello stesso, nella fattispecie, era stata dettata da una sete di rivalsa personale a causa dell'attività sindacale dell'operatore medesimo. Zucco infatti, secondo la denuncia avrebbe agito con finalità privatistiche, addirittura mentendo sul possesso di alcuni atti, e trattenendo arbitrariamente presso l'armeria del Comando la pistola assegnata all'operatore dal Sindaco. Il Pm titolare delle indagine aveva chiesto l'archiviazione del procedimento per insussistenza di violazione penale.
L'operatore di polizia locale, si opponeva, e il 30 aprile 2014, dinanzi al Dott. Fontanazza si è svolta l’udienza. La difesa di Zucco argomentava in ordine alla doverosità ed alla impeccabilità del comportamento del Comandante, producendo copiosa documentazione atta all'uopo, tesa a smontare punto su punto, tutto il castello accusatorio, peraltro non ritenuto valido nemmeno dalla Procura della Repubblica, che aveva appunto chiesto l'archiviazione. Il Giudice scioglieva la riserva, aderendo alle richieste di archiviazione del Pubblico Ministero e della difesa di Zucco, rigettando l'opposizione ed escludendo qualsiasi ipotesi di reato nel comportamento di Zucco.
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