Lamezia Terme - Si intitola “La maledizione dei Labdàcidi. L’eredità di Antigone” ed è l’opera che, messa in scena dal laboratorio permanente di teatro del Liceo Classico Francesco Fiorentino di Lamezia Terme, ha vinto il primo premio come miglior spettacolo nella XVI rassegna nazionale di Teatro Scuola Pulcinellamente, il festival di teatro scuola sostenuto dal Miur “per diffondere e promuovere il teatro come strumento pedagogico ed educativo nelle scuole”. Lo spettacolo, che sarà replicato il 20 maggio prossimo al teatro Politeama di Lamezia Terme alle 18:30, con uno spettacolo previsto anche alle 10:30 dello stesso giorno per gli studenti degli istituti scolastici della città della Piana. Lo spettacolo è nato da un’idea di Piero Bonaccurso e diretto da Pierpaolo Bonaccurso e Greta Belometti, racchiude tre tragedie greche (Edipo Re, I Sette di Tebe e Antigone): la famiglia dei Labdàcidi eredita dal capostipite Laio una maledizione. Edipo uccide Laio, suo padre, e sposa sua madre; i figli, Eteocle e Polinice, maledetti dal padre, per stabilire chi governerà il regno di Tebe, si uccidono l’un l’altro. La maledizione è interrotta da Antigone, la figlia più giovane di Edipo. Di fronte alla decisione del re Creonte, suo zio, di non dare sepoltura a Polinice, preferisce trasgredire l’editto per onorare così i morti e la famiglia. La sua decisione la conduce alla morte, mostrando la sua tenacia e convinzione ed elevandola a paladina del rispetto dell’uomo, della tradizione e della cultura. Mentre lo zio, il re Creonte incarna i valori dello stato e per rispettare le leggi diventa carnefice della sua stessa famiglia.
“Lo spettacolo – evidenzia Belometti - sembra volerci dire quindi che, nonostante l’eredità famigliare, i giovani possono essere artefici del proprio destino”. Ed è stato così che Martina Strangis, Ivonne Garo, Valentina Cappelli, Ludovica De Fazio, Francesca Servino, Ferruccio Cimino, Massimo Isabella, Luca Sdanganelli, Paola Costanzo, Rebecca Donnarumma, Maria Francesca La Rosa, Giulia Volpe, Mattia Volpe, Arianna Anello, Maria Elena Varlaro, Martina Ludovico, Francesca Benincasa, Giulia Pizzonia e Annarita Scardamaglia, si sono cimentati in testi in italiano, greco, latino e arbereshe, accompagnati da musiche e canti dal vivo eseguiti ed ideati dagli stessi studenti con il supporto di violino, chitarra e armonium. “L’idea di un lavoro sulla tragedia – spiega Pierpaolo Bonaccurso - nasce dal desiderio d’intraprendere un percorso didattico strettamente collegato alle materie affrontate nella scuola. La tematica oltre ad essere parte del programma di studi del Liceo risulta attuale e occasione per una riflessione contemporanea del ruolo dei giovani nella società e della loro caparbietà”. Il lavoro, infatti, giunge al termine di un anno di attività del laboratorio “Cadmo” che “è uno spazio libero e di creazione, un progetto di teatro permanente all’interno del “Fiorentino” nato negli anni novanta quando i ragazzi che partecipano realizzano la messa in scena nell’atrio dell’istituto. Nel 2012, invece, diventa uno spazio fisico e permanente all’interno della scuola. E’ infatti in quell’anno che il dirigente scolastico, Albino Cuda, e TeatroP realizzano, in un’aula dismessa del liceo, una sala teatrale moderna (moquette e fondale neri, vetri oscurati, panchetti, fari) e la pedagogia teatrale diventa parte del Pof. Il programma, infatti, si rivolge a tutti gli studenti dell’istituto e la partecipazione è volontaria.
La pedagogia teatrale guidata da TeatroP (nelle figure di Pierpaolo Bonaccurso e Greta Belometti), inoltre, è stata affiancata da alcuni discipline parallele utili per la formazione individuale e dell’attore: capoeira, danza contemporanea, teatro-danza balinese, canto, discipline circensi, posturale, lavoro con l’oggetto. Non senza fatica, sono stati organizzati incontri con esperti delle differenti discipline: Piero Bonaccurso, Enrico Masseroli (The Pirate Ship, Bergamo), Pierluigi (capoeira angola), Mariagiulia Fiorino (accademia di danza contemporanea di Salisburgo, Napoli), Monica Vignetti (Officine Zorba, Milano), Rosario Cuzzocrea (Teatro Errante, Potenza). Grande importanza è stata data ai ragazzi stessi i quali hanno apportato, durante la fase di realizzazione dello spettacolo, proposte e conoscenze personali (latino, greco, musica, canto, coreografie). Inoltre la traduzione di alcuni testi è stata supervisionata da docenti e genitori. Il laboratorio, oltre alla realizzazione della messa in scena, permette di far conoscere ai ragazzi la pedagogia teatrale e alcune discipline parallele utili per la formazione individuale e dell’attore, la partecipazione alla rassegna è stata occasione pedagogica per i ragazzi che hanno potuto sperimentare in prima persona il lavoro di montaggio scene, luci, carico e scarico scene e costumi. La speranza, quindi, è quella che oltre a laboratorio permanente durante le ore pomeridiane, il teatro possa diventare anche parte del programma curriculare.
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