Lamezia: Tribute band Ligabue suona con bassista Rigo Righetti

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Lamezia Terme - Antonio Rigo Righetti è un bassista e cantante italiano, la cui carriera musicale ha avuto inizio nei primi anni ottanta. Nel 1984, entra nei “Rocking Chairs”, ma a renderlo maggiormente noto sarà la collaborazione con Luciano Ligabue che vedrà la luce a partire dal 1994. Vanta collaborazioni anche con altri importanti artisti, tra i quali, Mauro Pagani ed Edoardo Bennato, ed una particolare ed originale carriera solista che l’ha condotto alla pubblicazione di diversi album. Ha suonato a Lamezia Terme insieme alla tribute band locale dal nome I ragazzi sono in giro, e abbiamo avuto modo di incontrarlo.

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Qui di seguito l’intervista:

Rigo, sei un artista completo. Hai collaborato con numerosi artisti e, tra i tanti, devi molto a Luciano Ligabue. Come ha avuto inizio il vostro lungo sodalizio?

Credo che sia nato dalla passione per la musica e da un modo di affrontarla che si ritrova nel concetto di rock emiliano, un approccio alla musica molto viscerale e passionale. Io e gli altri colleghi musicisti abbiamo condiviso una buona fetta della crescita artistica di Luciano ed è stato emozionante. Siamo partiti, infatti, da una situazione di buona popolarità, però non ancora esplosa fino agli alti livelli che abbiamo vissuto in seguito. E’ stata, insomma, una collaborazione molto importante per la crescita di ognuno di noi sia musicalmente che umanamente.

Come definisci Ligabue? Perché, secondo te, ha un seguito così vasto?

Credo che Luciano riesca a scrivere in modo molto preciso e personalizzato. Così, molte persone finiscono per ritrovarsi nelle cose che scrive, per cui lui rappresenta la testimonianza di un rapporto preferenziale con chi lo segue e di un lavoro maniacale sui testi e sulla musica. Dunque, è un gran lavoratore e il successo che ha se lo merita tutto.

Qual è la sua canzone che ti piace di più suonare?

Sono talmente tante che mi è difficile sceglierne solo una. In particolare, però, mi è sempre piaciuto suonare Seduto in riva al fosso. E’ un pezzo che coniuga molto bene rock americano e tematiche italiane.

Hai solcato numerosi palchi importanti: stadi, teatri, arene… Cosa si prova suonando a livelli così alti?

Non è tanto una questione di altezza legata al numero di persone che hai davanti, quanto la possibilità di tentare di emozionare tante persone, vedere che, grazie alle canzoni, la gente ti segue e ti gratifica.

La Banda, questo è il nome del gruppo che ha seguito Ligabue per la maggior parte della sua carriera. Mel Previte, Robby Pellati e Fede Poggipollini sono stati i suoi compagni di viaggio e, soprattutto, i tuoi (anche al di fuori di Ligabue). Che rapporto hai con loro?

Con Robby è quasi un rapporto di fratellanza e di continuo confronto perché, comunque, ha seguito tutto quello che ho fatto anche con i vari dischi miei. Sono circa venticinque anni che suoniamo insieme e abbiamo lo stesso tipo di curriculum. Mel, invece, suona nel mio ultimo disco, Angeli e Demoni. Stessa cosa per quanto riguarda Fede. In sostanza, sono tutte persone con le quali continuo ad avere un confronto sulla vita e sulla musica. Diciamo che quest’ultima è una promessa che viene mantenuta anche nel tempo ed è bello che venga mantenuta in questo modo.

Stasera, invece, i tuoi compagni saranno i Ragazzi sono in giro, una tribute band ispirata a Ligabue. Che sensazioni credi possa provare un ragazzo, musicista e fan di Ligabue, suonando fianco a fianco ad una delle colonne portanti della storia musicale del proprio idolo?

Io ho suonato diverse volte con delle persone che in qualche modo hanno contribuito a ispirarmi ed è sempre stata una bellissima scoperta. Sono esperienze che mi porterò dietro per sempre in quanto hanno sottolineato il valore umano di queste persone oltre che quello musicale. Spero che sia lo stesso per i ragazzi del gruppo di stasera e spero di meritarmi l’eventuale stima che mi verrà corrisposta.

Cosa auguri a questi ragazzi?

Mi auguro che trovino il modo di raccontare le loro storie, le loro canzoni e la loro visione del mondo. Oggi più che mai c’è bisogno di canzoni nuove e di nuovi autori perché, comunque, bisogna andare avanti e bisogna che ci sia un passaggio di testimone. L’augurio è che possano presto mettere su un proprio repertorio e che possano, così, andare in giro a far conoscere la propria musica, arrivando magari anche a Modena, così potrò sentirli suonare.

 

Simona Barba Castagnaro


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