Cooperazione Nord-Sud: L’arte dello sviluppo

_Nelida-Ancora--.jpg

A New York nei giorni scorsi alle Nazioni Unite è stato approvato il piano “Obbiettivi del Millennio”, la nuova road map per lo sviluppo sostenibile che verrà ratificata nel vertice dei leaders mondiali in programma al Palazzo di Vetro il 26-27 settembre p.v. Una significativa novità dalla ridefinizione degli obbiettivi del millennio per lo sviluppo sostenibile: l’eliminazione della povertà estrema è strettamente collegata alla protezione dell’ambiente, come  evidenziato da Papa Francesco nella Sua recente enciclica Laudato Sì.Il presidente americano Barack Obama ha presentato ieri il piano per l’energie pulite, “Clean Power Plan”, annunciando  l’obbiettivo di ridurre del 32 per cento le emissioni di anidride carbonica entro il 2030 rispetto ai livelli del 2005 e facendo esplicito riferimento all’enciclica ecologica  di Papa Francesco  ha dichiarato: “Combattere il cambiamento climatico è un obbligo morale”. Questo è quanto accade nel mondo in queste ore, una vera rivoluzione per la ridefinizione culturale, sociale, economica del termine “sviluppo” a cui la politica è chiamata a dare precise risposte.Una cornice di attualità internazionale per commentare quanto sta accadendo in questi giorni in Italia a seguito delle anticipazioni del Rapporto SVIMEZ sull’economia del Mezzogiorno 2015 presentate il 30 luglio.

Dati che presentano la realtà di un Sud, quale emergenza nazionale, e che richiamano la necessità di un intervento strategico nazionale. Una strategia nazionale, un nuovo modello di sviluppo. Nella parola “sviluppo” e nella sua declinazione politica i termini per il superamento della divisione storica del nostro Paese in Nord e Sud per avviare una autentica rinascita dell’Italia.Lo scorso anno in occasione della visita di Papa Francesco a Cassano allo Ionio, 21 giugno 2014, avevo promosso un dibattito su “Economia di Pace, nuovo paradigma per la questione meridionale”, invitando rappresentati del mondo della cultura, della economia a riflettere  su una visione strategica nazionale,  un nuovo modello di sviluppo equo e sostenibile per riconoscere dignità alle “periferie”, dignità al nostro mezzogiorno, richiamando alcuni punti della Evangelii Gaudium di Papa Francesco.Un appello alla responsabilità della società civile, un invito a partecipare alla soluzione del  problema nazionale dirimente per il futuro dell’Italia: il Sud.
 
Papa Francesco nel corso della sua visita lanciò in Calabria parole forti , un appello  al popolo calabrese  di re-agire  in comunione con i propri Vescovi, con il Vescovo di Roma, ed  intraprendere un cammino “nuovo” di un popolo che crede, partecipa e promuove la cultura dello sviluppo, del “bene comune”, del lavoro.La distinzione tra crescita e sviluppo è ciò che accomuna il metodo di ricerca della Svimez e i principi della Dottrina sociale della chiesa, oggi arricchita dalla recente enciclica di Papa Francesco Laudato Si.

La SVIMEZ non sta marginalizzando il Sud, non trasmette un messaggio pessimista, bensì partendo dalla realtà  (“La realtà è più importante dell’idea” - Evangelii Gaudium nn. 231-233),  insiste da tempo su come il Mezzogiorno rappresenti  la grande opportunità per avviare un percorso di autentico sviluppo del Paese,  indicando alcune direttrici di intervento prioritarie in una prospettiva euro-mediterranea, un’azione di sviluppo integrata in ambiti competitivi ed innovativi: logistica, energie rinnovabili, rigenerazione urbana e ambientale, agroalimentare e agroindustria, governo delle acque, politica industriale e ricerca e innovazione. Un appello ad un piano strategico nazionale di cui da anni avvertiamo tutti la grande assenza.Se tutti insieme, donne ed uomini di buona volontà, in Italia prendessimo coscienza e consapevolezza del nostro potenziale, in termini di risorse umane, di creatività, di bene, di competenze, potremmo trasformarlo in “forza civile di cambiamento” della realtà conflittuale e confusa che ci rende ogni giorno di più schiavi, riappropriandoci della nostra libertà, del nostro diritto – dovere di partecipare alla vita politica. Di fronte alla domanda “Che cosa è la politica?”  Hannah ARENDT , ebrea tedesca (1906-1975), una delle protagoniste del pensiero al femminile del secolo passato, rispose: “Il senso della politica è libertà”, anche se “oggi la politica consiste nel pregiudizio verso la politica”.

Affermazione di grande attualità, oggi più che mai è necessario vincere  questo senso di pregiudizio e trasformarlo  in un nostro impegno per far si che sia riconosciuto l’alto valore morale della politica Non serve invocare un miracolo in politica, è necessario partecipare e cooperare:“Tuttavia, non basta che ognuno sia migliore per risolvere una situazione tanto complessa come quella che affronta il mondo attuale…………….Ai problemi sociali si risponde con reti comunitarie, non con la mera somma di beni individuali………. La conversione ecologica che si richiede per creare un dinamismo di cambiamento duraturo è anche una conversione comunitaria”(Laudato Sì n. 219). 

Nelida Ancora

 

© RIPRODUZIONE RISERVATA