Lamezia, “Macbeth” di Shakespeare apre stagione AMA Calabria con Pecci e Toffolatti: "La tragedia maledetta che ribalta i ruoli"

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Lamezia Terme - Si apre in grande la Stagione Teatrale 2025/2026 di AMA Calabria con il Macbeth di Shakespeare, in scena al Teatro Grandinetti il 17 ottobre alle ore 21. Protagonisti Daniele Pecci, che firma anche la regia, e Sandra Toffolatti, che nel ruolo di Lady Macbeth, ci svela i segreti di quest’affascinante e sanguinario dramma shakespeariano.

In un’epoca come la nostra, in cui la sete di dominio porta quotidianamente a spargimenti di sangue di massa, qual è il messaggio e l’attualità di Macbeth?

“Shakespeare, come pochi altri drammaturghi della Storia dell’Umanità, riesce a leggere in profondità nell’animo dell’uomo. Ѐ sorprendente il modo sottile in cui sa entrare nella tematica della brama di potere, che è strettamente legata alla mancanza di moralità, di valori che diano un senso all’esistenza, e che contiene in sé stessa il seme dell’autodistruzione. A livello umano questo ci fa pensare. Non può esserci gioia o appagamento se la brama di prevaricare diventa delitto: così dice Shakespeare. E quando lo dice parla dell’uomo. Non ha bisogno di essere attualizzato, perché quello è l’uomo del ‘500, ma anche del Medioevo – l’epoca di ambientazione di Macbeth –, ma anche dei terribili giorni nostri: non cambia”. 

Come si caratterizza, in particolare sotto la regia di Daniele Pecci, il personaggio di Lady Macbeth? Qual è il suo ruolo nella catena di efferatezze che si verificano in scena?

“Lady Macbeth è uno dei personaggi più efferati di tutto il Teatro mondiale: è lei la spinta, il motore dell’azione. Certo, Macbeth stesso non è immune da pensieri delittuosi pur di diventare re, fin da quando le streghe, all’inizio del dramma, gliene offrono il presagio. Ma a differenza di Macbeth – che, come Amleto e altri personaggi shakespeariani, sta nel male ma ha una coscienza, è combattuto – Lady Macbeth è sicura di ciò che fa, senza remore morali. Il suo desiderio di potere è l’unica spinta, e sa che suo marito ne ha bisogno. Tuttavia brama e ambizione non sono le uniche tematiche del dramma: giocano un ruolo importante anche maternità, paternità, sterilità, e nei coniugi Macbeth, un ribaltamento dei ruoli maschio/femmina: infatti le qualità maschili del coraggio, dell’assenza di paura, sono incarnate dalla donna. Addirittura Lady Macbeth fa una sorta di patto con il diavolo, con le forze del male, chiedendo che le sia tolta qualsiasi forma di tenerezza femminile, di compassione: chiede di essere snaturata, perché nulla possa fermare il suo “nero proposito”. Inoltre accusa continuamente suo marito di essere una donnetta, di non essere un vero uomo. Addentrandosi in questa spirale di violenza, tornare indietro diventa sempre più difficile che andare avanti: Macbeth così finirà per essere colto da una follia di sangue, che lo renderà sempre più efferato, e Lady Macbeth impazzirà, perdendo sé stessa”.

Ѐ nota la voce, diffusa nel mondo del Teatro, di una maledizione che grava sulla Tragedia di Macbeth. A cosa è dovuta?

“Tra gli attori, in realtà, il Macbeth non veniva un tempo neanche nominato: si usava chiamarlo “la Tragedia Scozzese”. Pare sia perché Shakespeare avrebbe in qualche modo preso a prestito e usato vere formule di patti con il diavolo, attingendo a qualcosa di vero – cosa ancora possibile nella sua epoca. Il mio Maestro di Teatro, Orazio Costa, diceva del resto, sulle difficoltà di portare in scena e rendere verosimile l’apparizione del fantasma di Amleto, che Shakespeare l’aveva scritta “nell’ultimo periodo storico in cui in Europa i fantasmi apparivano davvero”. Certo, nella visione di Pecci, la volontà è stata quella di rappresentare il male come interno all’uomo, secondo concezioni più moderne. Anche le streghe che appaiono a Macbeth promettendogli il regno sono concepite come forze oscure che si manifestano nella sua mente”.

Era mai stata a recitare in Calabria, e in particolare a Lamezia Terme? Che immagine ha di questa terra?

“Ho già recitato in Calabria, anche se non di recente, ma a Lamezia non sono mai venuta. Ho di questa terra immagini di vacanze passate, che evocano una bellezza struggente, il mare pulito, l’entroterra misterioso e verde: una terra bellissima”.

Giulia De Sensi 

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