'Ndrangheta, Il pentito Angelo Torcasio: "Così ho ucciso Ciucciaro"

piantina-omicidio_torcasioIl disegno fatto da Angelo Torcasio per illustrare l'omicidio di Giuseppe Torcasio detto "Ciucciaro"

Lamezia Terme - Riportiamo qui di seguito una parte delle confessioni del collaboratore di giustizia Angelo Torcasio apparse su Il Lametino n. 192 e riguardanti l'omicidio di Giuseppe Torcasio, detto "Ciucciaro".

ADR: intendo procedere a rettificare le dichiarazioni che ho già reso in merito all’omicidio di Torcasio Giuseppe detto Ciucciaro, avvenuto presso il Centro Commerciale I PINI di Lamezia Terme il 27 novembre del 2003; premetto che se fino ad ora non ho reso le dichiarazioni che sto per farvi, è solo perché non avevo il coraggio di coinvolgere persone della mi famiglia che hanno fatto da padre e da fratello nei miei confronti dopo la morte di mio padre e di mio fratello, soprattutto di mio fratello; adesso però intendo riferirvi tutto quanto è effettivamente a mia conoscenza su quest’ omicidio, perché, come ho più volte detto, voglio portare fino in fondo il mio percorso collaborativo e vi chiedo scusa se per le motivazioni suddette fino ad oggi non ho avuto il coraggio di fare le dichiarazioni che sto per farvi. In precedenza io avevo infatti detto che l’omicidio era stato commesso da Zagami Domenico e che io avevo fatto solo da scambio aspettandolo  dopo la commissione dell’ omicidio; tra l’ altro ulteriore motivazione che mi spinge a dire tutta quanta la verità su quest’omicidio è anche quella di non incolpare ingiustamente dello stesso Zagami Domenico che a quest’ omicidio è completamente estraneo e che adesso deve riposare in pace.

In pratica sono stato io stesso sparare sei colpi di pistola contro il Torcasio Giuseppe su mandato di mio cugino Pasquale Torcasio del Bonsai e di suo fratello Raffaele, i quali volevano vendicare la morte del loro fratello Torcasio Antonio, che, come già vi ho riferito, era stato ucciso l’11 gennaio del 1994 da Torcasio Giuseppe il Ciucciaro. Gli stessi Torcasio Pasquale e Torcasio Raffaele avevano acquistato la moto utilizzata per commettere l’ omicidio, un majestic 250 cc di colore bordeaux, da uno zingaro di nome Armando che lavora a S. Eufemia alla Stazione, il quale non era a conoscenza che la moto sarebbe stata  utilizzata per l’ omicidio; per come mi chiedete presumo che la moto fosse di origine furtiva; la pistola, che era una cal. 357 magnum era stata acquistata sempre dai miei cugini, da un amico intimo di Pasquale Torcasio mio cugino e anche mio amico intimo, il quale era a conoscenza del fatto che la pistola sarebbe stata utilizzata per l’omicidio del Ciucciaro; inizialmente anche Giuseppe Ammendola doveva partecipare all’omicidio, in particolare avrebbe dovuto guidare il motociclo, mentre io avrei dovuto sparare; ricordo altresì che mio cugino Pasquale Torcasio aveva acquistato due tute, due caschi e due giubbini presso il negozio cinese Emi, situato presso l’abitazione di Torcasio Giuseppe per commettere l’ omicidio ma in quell’occasione io non me la sentii di sparare perché lo stesso Ciucciaro, che pure si era accorto della nostra presenza e che avevo la pistola, era accompagnato dai due figli piccoli; quindi feci cenno a Giuseppe Ammendola di allontanarsi.

La sera in cui commisi l’omicidio fu quindi una mia decisione improvvisa in quanto mi resi conto che l’occasione era propizia, perché avevo notato che lo stesso Torcasio Giuseppe  aveva parcheggiato l’ auto presso  il supermercato i Pini ed era in attesa della moglie e del figlio che erano entrati nel supermercato; mi recai subito presso il magazzino dove i miei cugini avevano posizionato il motociclo e la pistola; provai anche a chiamare Giuseppe Ammendola ma non era disponibile e quindi decisi di andare da solo; indossai tutte e due le tute e tutte e due i giubbini oltre all’ abbigliamento che  già avevo addosso; infatti, come potete notare dal filmato delle videocamere presenti presso il supermercato, si vede che l’ assassino  appare di corporatura particolarmente robusta; preciso che dalle telecamere per tale motivo, non potrei essere riconosciuto; tra l’altro a questo proposito vi preciso che avevo già avuto la conferma da mio cugino che gli era stata data dal proprietario del supermercato, che dalla visione del filmato suddetto in effetti non era possibile riconoscere l’assassino anche perché la qualità dello stesso filmato era scarsa; quindi dopo aver indossato le tute e i giubbini, mi recai subito presso il parcheggio del supermercato, mi avvicinai col ciclomotore nella parte in cui erano sistemati i carrelli, dopo aver girato nei pressi di un grosso albero ed aver posizionato la moto in direzione della via di fuga;

scesi dalla moto, mi avvicinai alla macchina a circa 1,5 m ed esplosi 6 colpi di pistola in direzione del punto situato tra il poggiatesta e la nuca del Ciucciaro, dopodiché risalii sulla moto e mi allontanai dal parcheggio in direzione della casa di A. A., la dove poi si sale per il Fungo, il tutto per evitare via del Progresso; quindi mi recai  presso  l’ abitazione del collaboratore Macrina e lì, in un magazzino bruciai gli indumenti, il ciclomotore e la pistola posizionata all’interno della moto dove si poggiano i piedi e ricordo che nell’occasione mi bruciai anche i capelli e le sopracciglia e questo fu il motivo per cui mi recai dal barbiere a tagliare i capelli; preciso altresì che i pedinamenti della vittima iniziarono circa un mese prima dell’ omicidio    venivano effettuati da me e da Pasquale e Raffaele Torcasio. In una occasione ricordo che stavo effettuando tale pedinamento a bordo dell’ autovettura classe A 170, in uso alla moglie di Pasquale Torcasio, che nell’occasione mi era stata prestata da mio cugino e ricordo che, poiché mi ero reso conto che il Ciucciaro si era accorto della mia presenza dallo specchietto retrovisore, per non insospettirlo lo sorpassai nei pressi della Peugeot a via del Progresso e inavvertitamente urtai la macchina del Ciucciaro sul lato guida, tanto che addirittura ci fermammo ed avemmo un alterco, così come mi fu chiesto anche dalla polizia la sera stessa dell’omicidio, allorquando fui convocato in Commissariato, ove se non sbaglio fummo sottoposti allo stub io e i miei due cugini.

ADR: per come mi chiedete so che i miei cugini hanno dato a Giuseppe Ammendola 2000  euro anche se alla fine non ha partecipato all’ omicidio,  mentre   per quanto mi riguarda, anche se io non volevo essere pagato per l’omicidio commesso perché comunque lo avevo fatto per questioni di famiglia, ricordo che Pasquale Torcasio mi aiutò con circa 5000 euro nell’acquisto dell’autovettura Golf IV serie che in quel periodo stavo acquistando, 5000 euro che a sua volta egli ottenne tramite un finanziamento presso la [...] in viale Stazione. L’Ufficio dà atto che il collaboratore ha altresì redatto uno schizzo datato e controfirmato in cui ha rappresentato la scena del delitto e i suoi spostamenti; schizzo che viene allegato in originale al presente verbale.

Il Lametino 192

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