Lamezia, Grandinetti (Pd): “Serve il coraggio della verità e una rifondazione del centrosinistra”

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Lamezia Terme - “A Lamezia Terme non servono calcoli aritmetici di maniera. Servono verità e coraggio”. L’esponente del Pd, Francesco Grandinetti, analizza il risultato elettorale a seguito delle regionali in Calabria e, in particolare, della sconfitta del campo largo. “I numeri - dichiara Grandinetti - parlano chiaro: rispetto alle elezioni comunali di appena tre mesi fa, il Partito Democratico ha perso circa il 50% dei consensi. È un dato che non può essere aggirato né giustificato. È la dimostrazione che la fiducia dei cittadini non si riconquista con la continuità delle stesse formule, ma con una nuova visione politica e con un rapporto autentico con la gente. E non bastano le considerazioni di Vittorio Paola, secondo cui ai voti del PD andrebbero sommati quelli dei Democratici e Progressisti. Se davvero volessimo adottare questo metodo, allora dovremmo ricordare che ai quasi 4700 voti del PD delle scorse comunali andrebbero aggiunti anche gli oltre 2.800 voti della lista “Vivere Bene” che ne era una costola. E, nonostante ciò, il PD è risultato allora il primo partito della città. Oggi no. Oggi non servono addizioni consolatorie. Serve un’analisi politica onesta, capace di riconoscere che qualcosa non ha funzionato e che il PD lametino ha smarrito, ancora una volta, il contatto con la sua comunità”.

Secondo Grandinetti “quando si gioca con il futuro delle persone, non si può procedere con accondiscendenze ai potenti di turno o con il rispetto di equilibri interni pattuiti nel nostro caso nei congressi provinciali e comunali che non interessano a nessuno. È il momento di avere il coraggio di dire “abbiamo sbagliato”, e di ricominciare da capo, con umiltà, passione e una rifondazione vera del progetto politico. Rifondare significa ascoltare, aprirsi, coinvolgere energie nuove e competenze vere. Aprirsi e coinvolgere movimenti, comitati e associazioni che hanno a cuore le sorti del nostro paese e che in città pullulano. Non basta evocare il cambiamento, bisogna praticarlo. Avevo già espresso nel momento della candidatura lametina alle regionali,- con non poca difficoltà umana ma con la forza della onestà intellettuale nei confronti dei lametini di centro sinistra- la necessità di rinnovare profondamente le candidature lametine, puntando su figure non necessariamente giovani ma "diverse", capaci di rappresentare un nuovo modo di intendere e fare  politica ma soprattutto in coerenza con ciò che la parte  del Pd che oggi ne è la maggioranza sosteneva durante la elezioni comunali. Era l’occasione per dare un segnale forte dopo che alle comunali si era parlato di “ricambio generazionale”. Quell’occasione è stata mancata, le persone se ne sono accorte e i risultati lo dimostrano”.

Per questo, conclude Grandinetti: “oggi chiedo a Vittorio Paola, che pare abbia già dichiarato la volontà di convocare un’assemblea, di farlo immediatamente. Serve un momento di confronto vero, aperto, senza filtri e senza difese d’ufficio e prendere le decisioni anche drastiche che servono. Bisogna decidere insieme cosa fare e soprattutto chiedere scusa ai nostri concittadini di centrosinistra per non essere riusciti ad andare oltre i soliti cliché della politica sterile, quella che parla di se stessa mentre la gente chiede risposte sui problemi reali: sanità, lavoro, servizi, ambiente, cultura, qualità della vita. Bisogna far capire ai cittadini che il PD racchiude al suo interno anche le forze moderate del centrosinistra: quelle che difendono i diritti di tutti, che si interessano più degli altri che di sé stesse, e che non provengono necessariamente da tradizioni marxiste, ma da esperienze civiche, liberali e riformiste. Donne e uomini che sanno guardare oltre il proprio recinto, e che comprendono quanto oggi sia necessario fare trincea contro la deriva di destra che si manifesta in Italia e nel mondo. Solo partendo da un gesto di verità e responsabilità si potrà cominciare a costruire un nuovo PD, credibile e vicino alle persone. Per concludere, Lamezia non ha bisogno di giustificazioni, ma di una nuova speranza. E questa volta, o la si costruisce insieme, o non la si costruirà affatto”.

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