“A Natale compra nei piccoli negozi”: più iniziative in Calabria per sostenere l’economia locale

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Lamezia Terme – La vita di ogni città o paese passa anche dal sostegno ai piccoli negozi. Da qui l’appello di associazioni e amministrazioni comunali a comprare negli esercizi commerciali locali. Soprattutto a Natale. In questo periodo speciale promuovere la crescita dell’economia locale è più che mai importante. E, anche a Lamezia, la corsa ai regali di Natale punta a supportare le attività locali tramite l’acquisto di beni e prodotti enogastronomici nei negozi o mercati di quartiere. In città fino al 23 apriranno i Mercatini di Natale allestiti sull’isola pedonale. A peggiorare la situazione, l’aumento esponenziale delle vendite online che battono i negozi. Sono sempre più anche i calabresi che approfittano di offerte sulle apposite piattaforme online dedicate. Pertanto, si rende sempre più necessario richiamare l’attenzione delle comunità sull’importanza di preferire, per gli acquisti delle feste, le piccole attività commerciali che ogni giorno con il loro impegno rendono vivi i nostri centri. Ad esempio, per il terzo anno consecutivo, prende il via la campagna #iocomproaconflenti dell’amministrazione comunale del paese del Reventino. Perché ogni acquisto conta. Un gesto che aggiunge un valore e tocco unico e originale ai propri regali e allo stesso tempo contribuisce a mantenere vivo il cuore commerciale dei paesi. In un tempo dove le vetrine illuminate lasciano spazio alle saracinesche abbassate.

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Unioncamere, abbigliamento penalizzato da inflazione e pandemia

Pandemia, cambiamenti nelle abitudini di consumo e fiammate inflazionistiche stanno mettendo a dura prova i negozi di abbigliamento tanto che negli ultimi cinque anni il numero di negozi di abbigliamento è sceso di oltre 9mila unità, attestandosi al 30 settembre scorso leggermente al di sopra dei 78.000 esercizi commerciali. Secondo la fotografia scattata da Unioncamere e InfoCamere, tra il 2019 e il 2023 il bilancio tra aperture e chiusure di attività nel commercio di articoli di abbigliamento in esercizi specializzati è quantificabile in una riduzione di quasi l'11% dei negozi. La frenata ha inciso pesantemente sulle imprese individuali (il 53% del totale del comparto) che, per il periodo in esame, hanno fatto registrare una diminuzione superiore al 12% (-5.891 unità in termini assoluti). Una dinamica, secondo l'associazione delle Camere di commercio guidata da Andrea Prete, che riflette anche la forte crescita del commercio online, con sempre più italiani che fanno i loro acquisti sulle apposite piattaforme dedicate.

I dati delle regioni

La fotografia a livello territoriale restituisce l'immagine di una Italia con meno vetrine in tutte le venti Regioni. Qualche nota positiva arriva dal Sud, dove Crotone, Ragusa e Siracusa sono le uniche province in cui la variazione di attività dell'abbigliamento nel quinquennio è positiva, rispettivamente con +1,6% e +0,5% per le due città siciliane. Il declino nei cinque anni esaminati ha interessato fortemente le componenti femminili e giovanili. È rispettivamente, di oltre 4.700 e 2.500 negozi la perdita registrata nel settore in termini assoluti, corrispondente ad una variazione percentuale negativa pari al 10% per le imprese "rosa" e di oltre il 26% per quelle under35. Uno scenario sempre negativo, ma meno significativo in termini assoluti, risulta anche quello delle imprese straniere (il 10% sul totale del settore), dove sono state estromesse per sempre dal mercato circa 1.000 attività (-10,4% la diminuzione della componente straniera nel periodo).

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