Lamezia Terme - L’associazione “Difendiamo il Mare”, che riunisce operatori turistici, balneari, commercianti e cittadini del Golfo di Lamezia “ha inviato una richiesta formale e urgente al Presidente della Regione Calabria, all’Assessorato all’Ambiente, all’ARPACAL e ai sindaci dei Comuni costieri, per denunciare l’emergenza ambientale in corso e sollecitare un intervento immediato alla foce del canalone B dell’area industriale ex-SIR, ritenuto una delle principali fonti dell’inquinamento marino”. “Da settimane, infatti, le acque del litorale tirrenico sono interessate da un grave fenomeno di eutrofizzazione, con colorazione verde, torbidità e proliferazione di alghe, che ha compromesso la balneabilità e provocato disdette turistiche, danni economici e preoccupazione diffusa tra residenti e imprese”.
“La stagione è ormai in pericolo – dichiara l’associazione – e non possiamo attendere i tempi, pur necessari, delle bonifiche strutturali. Servono azioni immediate, anche sperimentali, per contenere il danno e salvare quanto resta dell’estate.” Nella nota, l’associazione chiede che “la Regione valuti con urgenza la chiusura o deviazione controllata del canalone B, al fine di bloccare l’immissione diretta in mare di reflui potenzialmente inquinanti, e che vengano avviati monitoraggi continui e trasparenti sulle attività industriali a monte. Si propone inoltre, per le prossime stagioni, l’adozione di sistemi innovativi per la miscelazione e l’ossigenazione delle acque costiere, da sviluppare in collaborazione con le Università calabresi e altri enti scientifici di alto profilo”. “Non chiediamo miracoli – conclude la nota – ma segnali concreti. Difendere il mare significa difendere le imprese, il lavoro e il futuro di un’intera comunità costiera.”
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