Roma - A partire dal 1° gennaio 2026 entrerà in vigore una modifica al sistema delle accise sui carburanti, prevista dal Disegno di legge di Bilancio 2026, che avrà effetti diretti sui prezzi alla pompa. La novità principale riguarda l’allineamento delle accise su benzina e gasolio, che saranno portate allo stesso livello, superando l’attuale differenziazione tra i due carburanti.
Nel dettaglio, l’aliquota sarà fissata a 672,90 euro per mille litri per entrambi. Questo intervento determinerà una riduzione dell’accisa sulla benzina di circa 4 centesimi al litro, mentre comporterà un aumento equivalente per il gasolio, che risulterà quindi più caro rispetto ai livelli attuali.
La misura si inserisce nel percorso di revisione della fiscalità energetica richiesto anche a livello europeo, con l’obiettivo di ridurre i cosiddetti sussidi ambientalmente dannosi, tra cui rientra storicamente il trattamento fiscale più favorevole riservato al diesel. L’intervento, tuttavia, avrà ricadute concrete soprattutto su automobilisti, lavoratori pendolari e imprese di trasporto, per i quali il gasolio rappresenta ancora il carburante principale.
Sebbene la riduzione dell’accisa sulla benzina possa compensare parzialmente l’aumento del diesel, l’effetto complessivo rischia di tradursi in un incremento dei costi di mobilità, con possibili riflessi sull’intera filiera dei beni e dei servizi. In territori dove l’auto è spesso indispensabile, l’impatto potrebbe risultare più marcato.
Il riallineamento delle accise rappresenta dunque un passaggio significativo nella politica fiscale ed energetica del Paese, destinato a far discutere nei prossimi mesi, mentre cittadini e operatori economici si preparano ad affrontarne le conseguenze a partire dal nuovo anno.
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