
Lamezia Terme - “Se noi consideriamo le guerre che ci sono nel mondo anche quelle che sono vicine a noi, nei nostri quartieri, nelle nostre case, nelle nostre famiglie, se noi consideriamo tutto il dramma del dolore e della sofferenza che c'è nell'umanità, allora, forse dovremmo dire che Gesù è nato dalla parte sbagliata, è nato nel posto nel quale non era atteso, nel luogo dove, probabilmente, non doveva nascere”. Questo uno dei passaggi dell’omelia pronunciata dal vescovo, monsignor Serafino Parisi, nella messa della notte di Natale.
Un tema, quello della salvezza dell’uomo e delle guerre che dilaniano, non solo il mondo, ma anche le nostre vite, che il Vescovo ha toccato anche nella messa del giorno di Natale ricordando che “la salvezza si colloca dalla parte sbagliata, in mezzo alle rovine. A quelle rovine dice che c’è la possibilità di ricominciare ed all’uomo distrutto che c’è ancora speranza perchè il bambino dice che Dio ci ama e continuerà ad amarci per sempre”.
Un Bambino che “nasce in mezzo alla nostra storia, che fa festa nella notte di Natale probabilmente dimenticando il festeggiato”, e che “è nostra pace, nostra tenerezza” in quanto “Dio, a dispetto di tutto quello che sembrava andare contro di lui, contro la sua presenza, ha voluto dimostrare la concretezza della salvezza che viene comunicata con la Sua presenza dentro la nostra storia. E non è una presenza aleatoria, vaga, ma è una presenza concreta, incarnata. Cioè è in un bambino, che è Dio, che prende la carne dell'umanità” e che nasce “non con il clamore delle bombe, ma nella debolezza. Qual è il segno del potere – ha chiesto monsignor Parisi -? I pastori se lo chiedono e la risposta che ricevono è questa: andate e troverete un bambino avvolto in fasce, posto in una mangiatoia. A chi può fare male un bambino? A chi può fare paura la debolezza di un neonato? Certamente a nessuno. Ed è questa la forza sconvolgente di Dio che, ancora una volta, viene dentro la nostra storia, entra debolmente e sconvolge, trasforma l'umanità con la potenza del suo amore e della sua misericordia”.
Da qui l’auspicio “di cogliere Gesù laddove nasce, nella parte sbagliata del mondo o della vita dell'umanità che potrebbe anche essere la nostra. Il Signore non si scandalizza – ha aggiunto il Vescovo – ma viene e, teneramente, dice all'uomo che ancora ce la può fare, che l’umanità può scoprire il suo vero volto, quello della dignità, che lo raffronta direttamente con il Creatore e noi dentro la storia diventiamo testimoni di questo volto bello dell’umanità che smette di essere nemica e si scopre fratello e sorella di tutti”.
“Auguri di un Santo Natale – ha concluso monsignor Parisi - che sia davvero principio e forza di redenzione con la potenza dell’amore” che “non tiene conto delle ferite, anzi le accoglie, le assume e le risana ed il volto dell’umanità sarà sempre il volto splendente che Dio ci ha dato” e dal quale dovremmo “sentirci toccati e diventarne portatori e messaggeri”.
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