Lamezia Terme - “Per non dimenticare”. Ci sono atrocità che vengono affidate alla memoria comune affinché la violenza e crudeltà in esse contenute non si verifichino mai più. E proprio per non dimenticare e per tener alta l’attenzione su una delle pagine più tristi della storia mondiale è stata istituita la Giornata della Memoria che ricorre ogni 27 gennaio per commemorare le vittime dell’Olocausto.
I numeri, che fanno rabbrividire, parlano di 6 milioni di ebrei ai quali si aggiungono Rom, Sinti, slavi, omosessuali, persone con disabilità, per un totale di circa 15 milioni di morti. Nel lungo elenco di vittime figura anche una minoranza spesso dimenticata: i Testimoni di Geova. Un gruppo che in Italia contava circa 200 persone e che fu vittima della persecuzione nazi-fascista. In Calabria le piccole comunità presenti fin dagli anni '20 subirono già prima della guerra l'opposizione fascista a motivo della loro fede e del rifiuto di sostenere lo sforzo bellico. Gli uomini per la maggior parte furono arrestati e mandati al confino e alcuni di loro furono deportati nei campi tedeschi. A contraddistinguere i Testimoni di Geova nei campi di concentramento era un triangolo viola di stoffa, cucito vicino al numero del prigioniero sul lato sinistro dell’uniforme. La peculiarità di questo gruppo stava nelle motivazioni dell’imprigionamento. Non venivano perseguitati e arrestati a causa della loro identità nazionale o etnica, bensì per le loro convinzioni religiose. Essi potevano, infatti, ottenere la libertà in cambio di una firma su un documento che attestava la loro rinuncia alla fede religiosa e il sostegno al regime nazista.
Gli italiani deportati
I Testimoni italiani deportati di cui si ha notizia furono due, Narciso Riet, che fu detenuto in vari luoghi, fra cui Dachau, e infine condannato a morte nel novembre 1944, e Salvatore Doria. Doria, che nacque a Cerignola, in provincia di Foggia, fu dapprima rinchiuso nel carcere di Dachau e in seguito trasferito nel campo di Mauthausen. Riuscì a sopravvivere fino alla liberazione e fare rientro nella sua città natale ma morì a 43 anni, nel 1951. La sua salute, soprattutto psichica, era stata purtroppo gravemente compromessa dalla terribile esperienza dei campi. A causa della loro ferma presa di posizione, infatti, i Testimoni di Geova venivano trattati con maggiore crudeltà e delle centinaia di loro che vennero incarcerati ad Auschwitz, almeno il 35 per cento vi morì. Furono circa 400 quelli ingiustamente giustiziati mentre più di 1000 morirono a causa dei trattamenti crudeli a loro riservati. Erano infatti costretti a vivere in condizioni disumane, torturati, lasciati al freddo, senza cibo, alcuni furono perfino sottoposti ad esperimenti medici, uccisi nelle camere a gas o con iniezioni letali. La persecuzione in Italia terminò con la fine della Seconda Guerra Mondiale. Approfondimenti sulla loro storia si possono trovare nell’ opuscolo, edito dai Testimoni di Geova, dal titolo “Triangoli viola: Le ‘vittime dimenticate’ del regime nazista”. Nonostante tutto, i tentativi del regime nazista di eliminare quell’allora piccolo gruppo fallirono. E mentre tutto ciò che successe nei campi di concentramento è rimasto nella storia e giunto a noi come monito, i Testimoni di Geova hanno continuato a crescere di numero nel corso degli anni fino ad arrivare a contare oltre 10mila fedeli in Calabria. Una storia ricca di neutralità e amore per il prossimo che vale sicuramente la pena di essere ricordata.
Alcune statistiche sulla persecuzione dei Testimoni di Geova sotto il regime nazista
Dei circa 35.000 Testimoni che si trovavano nell’Europa occupata, circa 13.400 furono vittime della persecuzione nazista. Circa 11.300 persone furono arrestate. Circa 4.200 furono mandati nei campi di concentramento. Più di 1.250 testimoni di Geova vittime della persecuzione nazista erano minorenni. Circa 600 figli di testimoni di Geova furono sottratti ai loro genitori dal governo nazista. Almeno 72 testimoni di Geova furono uccisi con l’eutanasia. Almeno 548 Testimoni, alcuni dei quali minorenni, morirono per esecuzione o omicidio volontario. In totale circa 1.600 Testimoni persero la vita a causa della persecuzione nazista. Si stima che circa 6.000 Testimoni fossero detenuti in prigioni o campi di concentramento durante il periodo dell’Olocausto.
Miriam Perri
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