Lamezia Terme - Da Yorgos Lanthimos a Wim Wenders, da Woody Allen al nostro candidato all’Oscar, Matteo Garrone, senza trascurare la commedia all’italiana (Pieraccioni e Siani) e i più piccoli con l’ultimo Classico Disney. Se la riapertura del cinema nel cuore di Lamezia è già, di per sé, una gran bella notizia, particolarmente degna di nota è, soprattutto, la scelta di una programmazione abbastanza eterogenea, in perfetto equilibrio tra istanze autoriali e intrattenimento, capace dunque di abbracciare fette di pubblico abbastanza differenti. Almeno potenzialmente. Già, perché, come è noto, da un po’ di tempo, la fruizione della magia della settima arte in sala pare esser divenuta démodé, trend che ha inevitabilmente causato la crisi del settore. Uno scenario difficile da ipotizzare in oltre un secolo di proiezioni, eppure quei cinema tristemente semivuoti non mentono. Colpa delle piattaforme streaming? Del monopolio dei Cinecomics? O magari dei multisala, da molti additati come specchio fedele di una concezione della “forma d’arte ideale del ventesimo secolo” sempre più ridotta a mero entertainment? Discorso complesso, che meriterebbe un’approfondita analisi anche di stampo sociologico, ma meglio evitare di inoltrarsi troppo nelle cause, più o meno dirette, di un fenomeno ormai tangibile, dilagante, tuttavia non irreversibile. Perché, dati alla mano, un pubblico ancora disposto a muoversi, per assistere a qualcosa di “diverso”, esiste. Ne sono chiari esempi l’exploit al boxoffice di “Povere Creature!”, ottavo lungometraggio di Yorgos Lanthimos destinato a giocare un ruolo da protagonista ai prossimi Oscar (ben 11 nomination), ma anche gli ottimi risultati ottenuti dai candidati al miglior film straniero: “Perfect Days”, di Wenders, e “Io Capitano” di Garrone. Di certo, però, in un momento tanto delicato, tornare a proporre cinema, pure di un certo spessore, equivale a una sorta di “Grande Scommessa”, per citare un successo al botteghino di qualche anno fa firmato Adam McKay. Ma, in questo caso, c’è un vantaggio: il Teatro Grandinetti, tra i luoghi simbolo della cultura lametina, di nuovo fruibile in tal senso dopo anni di chiusure e false ripartenze. Qualcosa di cui si sentiva terribilmente la mancanza. Merito della sinergia tra l’Amministrazione comunale di Lamezia Terme e, soprattutto, l’Ats formata da Ama Calabria, Teatrop e Vacantusi, attualmente gestori del più antico teatro cittadino. E la proposta, in effetti, rispecchia anche le linee guida delle tre realtà coinvolte, da sempre impegnate a promuovere spettacoli e concerti di alto profilo.
Non a caso, ad alzare il sipario sulla rassegna “Cinema In Teatro”, oggi pomeriggio, sarà proprio l’ultima preziosa fatica del regista greco, adattamento dell’omonimo romanzo di Alasdair Gray, già premiato con il Leone d’Oro a Venezia. Un autentico manifesto in grado di andare oltre il femminismo, condannando, con la solita verve, ipocrisie e sovrastrutture socio-culturali soltanto cronologicamente legate a quell’età vittoriana ibridata con la sua variante steampunk. Ibridazione al centro anche della creazione di Bella (una sontuosa Emma Stone), frutto dei discutibili esperimenti del dottor Godwin “God” Baxter (Willem Dafoe), novello Frankenstein che ha dato origine alla sua “povera creatura” impiantando il cervello di un feto a una donna morta suicida. Il romanzo di formazione, o meglio, la “rotta verso la libertà” di Bella parte proprio da lì, dalla Londra di fine Ottocento, simbolicamente fotografata in bianco e nero, per poi virare repentinamente verso una messinscena satura e deformante, alimentata dalla rapida emancipazione della protagonista, particolarmente “ansiosa” di esplorare il mondo in tutte le sue sfaccettature. Lussuria inclusa. Un processo di autodeterminazione, governato dal libero arbitrio, in un contesto poco avvezzo a un’indipendenza così estranea a compromessi e affettazioni, capace di prendersi gioco, in primis, di un patriarcato quanto mai debole, demolito e, talvolta, ridicolizzato (il Duncan Wedderburg di Mark Ruffalo) con sagacia e una buona dose d’ironia. Un film che strizza apparentemente l’occhio al metoo e al post Weinstein, proiettati, però, in una dimensione universale valida non solo per il coming-of-age, tra bene e male, degrado e orrore, tristezza e sesso, di Bella. Una sorta di Bildungsroman volutamente sui generis in cui la cifra stilistica di Lanthimos raggiunge nuove vette immaginifiche, muovendosi tra l’espressionismo tedesco, la poetica goth di Tim Burton e, ovviamente, il Frankenstein di Mary Shelley, ma filtrati attraverso quell’ormai classica lente grottesca esaltata da insistiti obiettivi grandangolari (le fish-eye). Un escamotage utile a deformare ulteriormente, spingendolo quasi ai limiti del parossismo, un sistema regolato da convenzioni sociali prossime al paradosso, soprattutto agli occhi di un essere “nuovo” come Bella, protagonista assoluta di un brillante j’accuse con cui scardinare preconcetti e pregiudizi dettati da un milieu tossico. Molto più di un’anti-eroina femminista, molto più di un semplice film. E ci sarebbe tanto altro da dire su uno dei casi cinematografici dell’anno, ma andare avanti significherebbe ridimensionarne il piacere della visione, e sarebbe un peccato. Resta soltanto una cosa da fare: andare in sala. C’è chi ha fatto la sua parte, colmando una lacuna troppo a lungo sofferta con una programmazione oculata, adesso tocca al pubblico. L’auspicio è che gli sforzi delle tre Ats, che hanno avuto il grande merito di riportare il cinema nel centro di Lamezia (aspetto non da poco), non siano vani e magari non rappresentino un semplice esperimento baxteriano, per restare in tema “Poor Things!”. Perché il ritorno alla normalità, in una città che un tempo poteva vantare ben quattro sale cinematografiche, passerà inevitabilmente da qui, dai risultati al botteghino e, dunque, dal numero di spettatori. E anche se gli eroi di celluloide non muoiono mai, come diceva Ray Davies, hanno ragione di esistere anzitutto sul grande schermo.
Di seguito tutti i film programma per la rassegna “Cinema In Teatro"
Marzo
1, 2 e 3 marzo: “Povere Creature” (di Y. Lanthimos)
13 e 14 marzo: “Pare parecchio Parigi” (di L. Pieraccioni)
20 e 21 marzo: “Un colpo di Fortuna” (di W. Allen)
27 e 28 marzo: “Succede anche nelle migliori famiglie” (di A. Siani)
Aprile
4 e 6 aprile: “Tutti tranne te” (di W. Gluck)
12 e 13 aprile: “Wish” (di C.Buck e F. Veerasunthorn)
15, 16, 17, 18 e 19 aprile: “Io Capitano” (di M. Garrone)
Maggio
1 e 2 maggio: “Past Lives” (di C. Song)
8 e 10 maggio: “Perfect Days” (di W. Wenders)
Orari: 17-19 e 18-20
Costo: 7 euro
Ridotto: 6 euro
Francesco Sacco
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