Lamezia Terme – Continua il rinvenimento di diverse carcasse di tartaruga Caretta lungo il litorale tirrenico. Altri due esemplari femmine sono state rinvenute a poca distanza l’una dall’altra in località Ginepri a Lamezia. La prima tartaruga spiaggiata è stata rinvenuta grazie alla segnalazione di un cittadino che ha scorto la testuggine nel canale di scolo dell’aeroporto. La guardia costiera di Vibo giunta sul posto ha però notato la presenza di un’altra tartaruga che galleggiava a circa cinquanta metri dalla riva. Subito è stata allertata la centrale operativa e una pattuglia diretta dal tenente Antonello Ragadale è giunta sul posto e ha provveduto al recupero dell’altro esemplare di testuggine. Sul posto anche il servizio veterinario dell’Asp con il dottor Fazio e la dottoressa Giglio, biologa presso il centro studi cetacei di Catanzaro.
Da una prima analisi delle due carcasse sembrerebbe essere stata ricostruita la dinamica che ha portato alla morte delle due tartarughe ed i continui rinvenimenti di altre carcasse in queste ultime settimane lungo la fascia costiera. Le due tartarughe rinvenute oggi, infatti, son due esemplari femmina che si erano avvicinate alla nostra costa per deporre le uova. Purtroppo, durante il loro avvicinamento verso la costa lametina, sarebbero state attirate da un tipo di pesca molto diffuso dalle nostre parti, ovvero l’esca detta “conzo”. Le tartarughe si sarebbero avvicinate a questo tipo di esca che risulta fatale per molte specie e sarebbero quindi rimaste impigliate e soffocate. Tutti gli esemplari rinvenuti presenterebbero infatti filo di nylon fuoriuscire dalla bocca e dalla cloaca. Le tartarughe, dunque, verrebbero sulla costa lametina a deporre le loro uova, un evento raro considerato che le tartarughe preferiscono da sempre più le spiagge dello Jonio che del Tirreno (la scorsa estate gli ambientalisti, ad esempio, vigilarono sulla schiusa delle uova deposte sulla spiaggia di Falerna, ndr). Ora, però, le tartarughe sul loro cammino riproduttivo trovano spesso la morte per via di queste tipiche esche usate dai pescatori nella zona tra Nocera e Curinga.
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