Lamezia, associazioni e politica contro le intimidazioni nell’incontro “Legalità e sviluppo a rischio” promosso dal Pd

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Lamezia Terme - La politica e l’associazionismo fanno fronte comune, nell’incontro voluto dal PD al Parco Peppino Impastato, per reagire alla recrudescenza di intimidazioni a danno di esercizi commerciali e imprese che ha ultimamente colpito la città di Lamezia. L’evento, dal titolo “Legalità e sviluppo a rischio. 1991-2025 Storia, cambiamenti e anticorpi di legalità”, moderato dal giornalista Ugo Floro, si è aperto con i saluti da remoto di Vittorio Paola, Segretario PD Lamezia. “Dal giorno in cui abbiamo stabilito la data dell’incontro in realtà le cose sono andate peggiorando”, dichiara Paola, “e le intimidazioni stanno andando a colpire chiunque, dal piccolo negozio all’impresa, come a voler dire “noi non facciamo differenza”. Ci auguriamo che sia la DDA che le Istituzioni si attivino in risposta, potenziando il pattugliamento, il personale investigativo, la videosorveglianza. Ma serve anche una presa di coscienza della cittadinanza. I partiti sono le sentinelle della legalità, e spero che tutte le forze politiche della città diano una risposta corale. Già Nicola Irto ha presentato un’interrogazione parlamentare al Ministro Piantedosi per lanciare un allarme. Spero che chi è in Parlamento si concentri in questo momento sul problema delle intimidazioni, lasciando da parte altri fenomeni marginali”. Da più parti il riferimento all’incendio doloso provocato dal cittadino marocchino con problemi psichiatrici, pure oggetto in questi giorni di un’interrogazione in Parlamento da parte della Lega, cosa che avrebbe sviato l’attenzione da problematiche evidentemente più serie come le intimidazioni. “Negli ultimi tempi la questione della ‘ndrangheta è stata trascurata” spiega il vicesegretario del PD lametino Francesco Carito, “e ora bisogna risollevare l’asticella dell’attenzione perché il problema è culturale. Non vogliamo che ritorni il periodo degli attentati e delle sparatorie che tutti ricordiamo, e siamo al servizio dei cittadini per ogni necessità”.

Ѐ dello stesso avviso Massimiliano Serrao del direttivo di Azione Lamezia, che focalizza l’attenzione sulla “illegalità diffusa, l’anti-cultura su cui trova terreno fertile di sviluppo la criminalità”. Anche Olinda Suriano, candidata alle elezioni regionali per il Movimento 5 stelle, denuncia l’accondiscendenza diffusa di chi “fa le condoglianze sotto i post che annunciano il funerale del boss”. “Abbiamo diritto a vivere in un posto dove la legalità non è un’alternativa, ma un’azione comune”, conclude. “In questo periodo dobbiamo fare di più: il compito delle Istituzioni, delle Forze dell’Ordine, dei cittadini è ancora più difficile, e non bisogna trascurare nessun segnale”, sottolinea Giuseppe Cotroneo, presidente Confcommercio del lametino, “Gli aiuti per chi denuncia ci sono e dobbiamo far sì che i negozi di prossimità possano sopravvivere, facendo rete, agevolando il dialogo”.

“Lamezia ha vissuto sulla sua pelle diverse situazioni difficili e ha sempre saputo reagire”, continua Nuccio Iovene, presidente Fondazione Trame, “Deve esserci anche in questo caso una reazione forte per bloccare questo tentativo di ritorno al passato. Noi di Trame ci siamo sentiti dire più volte “Ma ancora parlate di mafia? Rovinate l’immagine della città!” Posto che la situazione presente dimostra che magari parlare era giusto, ora che è la mafia stessa a rovinare l’immagine di Lamezia, mi sarei aspettato le stesse reazioni indignate, ma voci a levarsi non ne abbiamo sentite. Se abbiamo vissuto un periodo di relativa quiete, è perché in passato ci sono state reazioni, mobilitazioni civili. Bisogna ricordare ai commercianti che la parte positiva della città camminerà al loro fianco”. “Io penso che le cose, negli ultimi 20 anni, siano cambiate”, dice Maria Teresa Morano di ALA, “20 anni fa non si parlava affatto di ‘ndrangheta, si negava il problema, e certo, un Consiglio Comunale aperto di fronte a questa situazione non ci sarebbe stato. Il protocollo per la lotta all’usura è stato completato, c’è l’accesso ai fondi di solidarietà per i danni subiti in caso di estorsioni. Ma come cittadini siamo chiamati a fare di più. Sono di certo in atto lotte di potere per il controllo criminale del territorio. I primi arresti ci sono già stati, e credo si attenda di avere un impianto accusatorio valido per effettuare i successivi, e reggere i tre gradi di giudizio senza assistere ad assoluzioni assurde. Bisogna avere coraggio, e la volontà di non tornare indietro”.

“Eventi come questo tendono all’avanzamento della consapevolezza sociale” aggiunge Andrea Parisi presidente lametino di Confesercenti, “Lamezia del resto ha una forte coscienza sociale e senso della legalità: si vede nelle associazioni, negli operatori del Terzo Settore, in chi esercita una professione ma anche nei giovani. Dobbiamo partire da questa base per fare di più: in situazioni straordinarie serve un impegno straordinario”. A concludere è don Giacomo Panizza, Fondatore di Comunità Progetto Sud: “Odio la parola “Legalità”, perché spesso ho dovuto mettermi contro le leggi, quando erano sbagliate. Io piuttosto che “Sviluppo e Legalità” avrei chiamato l’incontro “sviluppo umano e giustizia”. C’è un collegamento fra criminalità organizzata e criminalità individuale ed è importante che la società civile si attivi per la giustizia sociale. Se in chiesa aiuto qualcuno, come singolo, si dice che faccio una donazione – qualcuno dice “carità” ma non è esatto. Se invece aiutiamo insieme una fascia di povertà, facciamo i cittadini: facciamo politica, facciamo solidarietà. Non serve una Giunta migliore, ma una comunità attiva, perché è il cittadino quello che fa attivamente le cose, e non solo le riceve. Dunque dobbiamo decidere insieme le cose da fare. Come mai la criminalità è organizzata e noi no?”.

Giulia De Sensi

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