
Lamezia Terme – Si alza il coro di voci contro la recrudescenza di intimidazioni a danno di attività commerciali e imprese che hanno colpito la città. Si tratterebbe di sei episodi: quattro subiti da commercianti e due ad imprenditori. Ultimo pochi giorni fa contro un escavatore della ditta impegnata nei lavori di riqualificazione del quartiere San Teodoro.
A condannare, in particolare, quest’ultimo episodio è Azzurra Ferraiuolo, presidente dell’Associazione Radici e Futuro di San Teodoro che, in una nota, esprime “vicinanza alla Ferraro S.p.A., attualmente impegnata nei lavori di riqualificazione urbana nel nostro quartiere. Riteniamo che questi interventi rappresentino un passo significativo per valorizzare San Teodoro, migliorare il decoro urbano e favorire nuove opportunità sociali e culturali per la nostra comunità. Si tratta di azioni che, nel loro insieme, contribuiscono a restituire identità, cura e prospettive al territorio in cui viviamo. Rinnoviamo quindi il nostro sostegno alla Ferraro S.p.A. e a tutti i professionisti che, con impegno e competenza, stanno lavorando per la crescita e il miglioramento del nostro quartiere”.
Libera: “Città ferita che ha i giusti anticorpi”
Sulle intimidazioni a Lamezia intervengono anche dalla segreteria regionale Libera Calabria e, in una nota, scrivono: “Ieri Reggio Calabria ora Lamezia Terme, continua l’azione criminale da parte di chi, senza scrupoli, ha deciso di continuare a vivere sulle spalle degli altri, colpendo quelle attività commerciali e imprenditoriali che, nonostante le tante difficoltà, provano a creare sviluppo nei nostri territori. Colpire quelle realtà economiche significa colpire un’intera comunità, colpire la possibilità stessa di garantire occupazione e futuro nella nostra terra. Un’escalation criminale senza sosta, quella che si sta verificando a Lamezia Terme, ben sei atti intimidatori negli ultimi tempi rivolti ad attività commerciali e imprenditoriali, alcune delle quali, già in passato, hanno dovuto fare i conti con la morsa del racket. Un inasprimento dell’azione criminale per marcare il territorio, per dire noi ci siamo, siamo tornati. Ma Lamezia Terme non può e non vuole tornare indietro, in quegli anni bui fortemente condizionati dalla ferocia criminale, alla quale lo Stato, e non solo, ha dato risposte esemplari. Una risposta forte non solo da parte dello Stato, appunto, perché, in questi anni Lamezia Terme è divenuto un laboratorio concreto di antimafia sociale e civile, esperienze di riscatto che sono diventate un modello a livello nazionale. Come la Comunità Progetto Sud che riutilizza i beni confiscati alla ‘ndrangheta a scopi sociali per le persone fragili. Sempre nella necessità di promuovere la cultura dell’antimafia, nasce a Lamezia “Trame festival”, il più importante festival letterario contro le mafie. Nel 2006, Lamezia Terme è stato teatro di una delle più importanti rivolte, nella nostra regione, contro la ‘ndrangheta: una serrata contro il pizzo da parte della quasi totalità dei commercianti accompagnata da un grande corteo nei luoghi colpiti dalle intimidazioni. Un’azione fortemente sostenuta dall’Associazione Antiracket lametina, presente in città con uno sportello antiracket e usura. Imprenditori coraggiosi, come Rocco Mangiardi: perché la storia di Lamezia Terme è anche una storia importante di denuncia. Di chi non hanno abbassato la testa, ma ha messo da parte paura, sfiducia e diffidenza e attraverso la forza dirompente della denuncia ha dato il proprio contributo nel difficile percorso della rinascita e del riscatto della città. Perché la denuncia ha un effetto salvifico non solo per sé stessi ma per un’intera comunità. Storie che indicano la strada: quella della forza e del coraggio della denuncia. Un coraggio che può diventare forza travolgente se non rimane isolato ma riesce a coinvolgere i tanti imprenditori e commercianti che ancora vivono una situazione di sudditanza e libertà negata. Storie che non devono essere delle eccezioni ma devono rappresentare la normalità, un dovere per ogni cittadino responsabile. Una città ferita che ha dimostrato di avere i giusti anticorpi, ancora una volta, con l’orgoglio che la contraddistingue, per rispondere tutte e tutti insieme alla violenza criminale, nella certezza che, anche in questo casp, le forze dell’ordine e gli inquirenti daranno le giuste risposte per garantire la massima tranquillità e serenità nell’esercitare il diritto di fare impresa senza subire i condizionamenti della criminalità organizzata”.
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