Lamezia Terme - Frasi sparse disseminate dai partecipanti in tutte le lingue dell’Africa e del mondo su teli bianchi posti ai margini di Piazza Mazzini sono stati l’incipit di una manifestazione di fratellanza e di preghiera per ricordare insieme la tragedia nel canale di Sicilia. L’incontro, intitolato “dove inizia la fine del mare?”, è stato voluto da Sprar “Due Soli” di Lamezia Terme, sprar minori “Luna Rossa” , sprar “Terre Sorelle” di Miglierina, dalla Caritas diocesana di Lamezia Terme e dalla Fondazione Migrantes (organismo pastorale della Cei). “ Siamo qui per ascoltare nel silenzio delle nostre coscienze il silenzio di chi non c’è più” ha detto un rappresentante del “Due Soli”, Roberto Gatto, ricordando che il diritto d’asilo è uno dei diritti garantiti dalla nostra Costituzione e proponendosi di migliorare ancora il proprio operato quotidiano. Ha fatto seguito l’intervento del segretario provinciale della Cgil Giuseppe Valentino che ha dichiarato : “ Il mondo del lavoro soffre insieme alle comunità coinvolte. Ciò che accade va contro tutti i lavoratori, tutte le razze, tutti gli esseri umani. Il male non è chiedere accoglienza, il male è il denaro che divide i popoli. E lo sfruttamento, che non riguarda solo una parte di essi: non si può vivere uno contro l’altro, bisogna unirsi e far valere i propri diritti.”
Fulcro della manifestazione è stato un momento di preghiera che ha visto l’incontro di tre diverse religioni: cristiana cattolica, musulmana, greca ortodossa. Dopo un’esegesi attualizzata del Padre Nostro fatta da Don Giacomo Panizza, un giovane Imam ha pregato in arabo e una rappresentante della chiesa ortodossa ucraina, dopo aver citato il conflitto con la Russia, ha pregato nella sua lingua. Infine la deposizione simbolica da parte della folla di ceri accesi al centro della piazza dove è stato posto da una bambina un mazzo di fiori in ricordo delle vittime e un toccante canto spiritual eseguito da una giovane profuga arrivata dal mare. Poi le parole non previste di un altro giovane rifugiato : “Scappiamo dalla guerra.”
Giulia De Sensi
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