Lamezia Terme - Ufficialmente inaugurata a ridosso dell’ala est dell’Ospedale “Giovanni Paolo II” di Lamezia Terme la “Culla per la vita”, una termoculla di ultima generazione alimentata a corrente continua, dove in totale anonimato i bimbi delle madri in difficoltà potranno trovare sicura accoglienza, cure certe, e quel futuro che a volte le contingenze vedrebbero negato.
Il progetto, nato da un’idea del dottor Francesco Morrone, già primario del reparto di Neonatologia del nosocomio, è stato realizzato grazie alla sinergia fra l’Asp di Catanzaro rappresentata dal commissario straordinario Antonio Battistini, il Dipartimento Materno Infantile del nosocomio, rappresentato dalla dottoressa Mimma Caloiero, che si occuperà della gestione della culla, e il Soroptimist Club, rappresentato dalla presidente Luigina Pileggi. Un contributo anche da parte dei ragazzi dell’indirizzo artistico del Liceo “Campanella-Fiorentino”, autori del logo su pannello a graffito raffigurante una cicogna, posto all’ingresso esterno della piccola stanza riservata dove è stata sistemata la culla.
Presenti alla cerimonia anche il Garante della Salute della Regione Calabria Anna Maria Stanganelli, il capo del dipartimento Materno Infantile dell’Asp Mimma Caloiero, il direttore sanitario aziendale Antonio Gallucci, il Prefetto di Catanzaro Castrese De Rosa, la presidente del Tribunale dei minori di Catanzaro Teresa Chiodo, il sindaco di Lamezia Terme Paolo Mascaro, il vicesindaco Antonello Bevilacqua, il vescovo della Diocesi lametina monsignor Serafino Parisi, una delegazione del Liceo “Campanella Fiorentino” di Lamezia Terme guidato dalla dirigente Susanna Mustari e numerosi rappresentanti delle Forze dell'ordine e delle associazioni del Terzo settore che hanno collaborato, fra cui don Giacomo Panizza per Comunità Competente.
Un plauso forte da parte di tutte le autorità intervenute è andato proprio alle associazioni, particolarmente Soroptimist, che come ricordato dalla presidente, “ha già realizzato presso il Tribunale una stanza protetta per l’ascolto dei minori e ben due “Stanze tutte per sé” dedicate all’ascolto delle donne vittime di violenza, l’ultima nel 2023 presso il commissariato di Polizia”.
“Parte da qui un messaggio d’accoglienza” ha concluso Battistini dopo aver ringraziato tutte le realtà coinvolte, “Certo noi speriamo che la culla non venga mai usata, ma sappiamo che è segno di una città che accoglie, di un’Asp che sa farsi carico delle fragilità, di una struttura che da il meglio di sé stessa e che cerca di farlo in ogni circostanza”. Un richiamo, ripreso anche dal Prefetto, all’aggressione verificatasi nel presidio pochi giorni fa a danno dei sanitari, a quanto pare sventata grazie all’intervento di tre medici cubani, rispetto alla quale viene presa una posizione netta: “Chi viene qui a tentare di esercitare violenza su di noi fa un danno non solo a noi ma all’intera collettività, perché la sanità è un bene comune”.
“Stipuleremo a breve un protocollo per garantire a medici e operatori la sicurezza che meritano” riprende il Prefetto De Rosa, “Questo è un progetto che va verso la tutela della vita, dunque vi sosteniamo e vi siamo vicini”. Cita Isaia il vescovo Parisi, ricordando che “quand’anche si verifichi l’ipotesi assurda ma possibile che un figlio sia abbandonato dalla madre, be’, quel figlio non sarà mai abbandonato da Dio”. Un ringraziamento anche all’Ufficio Tecnico e al Provveditorato da parte della dottoressa Caloiero, che spiega l’uso della culla, dove “è posto un bottone premendo il quale si attiva un allarme collegato al reparto di Neonatologia, in un’area sorvegliata h24, e si accende una telecamera che inquadra solo le mani e le braccia di chi deposita il bambino, e il bambino stesso. Dopo questo passaggio, gli operatori sono autorizzati a venire a prelevarlo per prestargli le cure necessarie, e a segnalarlo al Tribunale per i minori che ne convalida l’adottabilità”.
Giulia De Sensi
© RIPRODUZIONE RISERVATA