Lamezia, iscritti in calo nelle scuole: “Diminuisce il personale, non il carico di lavoro”

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Lamezia Terme - Una serie di dati discretamente preoccupanti emergono dopo la delibera in via Perugini del Piano per il Diritto allo Studio relativo all’anno scolastico 2024/2025, da includere all’interno del bilancio di previsione del Comune, ancora in assenza di un assessore per politiche sociali e scolastiche. La popolazione scolastica lametina, costituita da minori dai 3 ai 18 anni, è passata nel solo territorio comunale da 10.586 a 10.478 alunni (-108).  Il dato si collega al generale decremento demografico: dal primo gennaio 2022 al primo gennaio 2023 la popolazione di minori (0 – 18) è scesa da 12.169 a 12.033 (-136). Il dato si conferma nell’hinterland lametino, dove la popolazione scolastica scende da 11.877 a 11.846 alunni (-31), con 260 alunni in situazioni di disabilità rispetto ai 221 dello scorso anno. In controtendenza il numero di bambini provenienti da famiglie straniere, passati da 1.086 a 1.124 (+38).

Il decremento della popolazione scolastica comincia dunque ad essere avvertito in maniera sensibile in diversi Istituti scolastici della città. Ad esempio, l’IPSSAR “Luigi Einaudi”, struttura all’avanguardia nelle metodologie formative, dove la dirigente Rossana Costantino ha già avuto modo di rilevare il problema: “Nel prossimo anno scolastico, a causa del decremento, formeremo una classe prima in meno rispetto allo scorso anno. Si tratta di un problema pratico, perché una sezione in meno significa meno personale, sia per quanto concerne la classe docente che i collaboratori scolastici, in un contesto in cui il lavoro complessivo non diminuisce, viste anche le numerose attività avviate e da avviare con i fondi Pnrr. Chi resta sarà quindi oberato di lavoro”.

“Il problema del calo demografico si rileva anche nel nostro Istituto”, fa sapere il dirigente del Liceo Classico-Artistico “Francesco Fiorentino” Nicolantonio Cutuli, “tant’è che abbiamo sempre maggiori difficoltà a mantenere inalterato il numero degli iscritti. Riusciamo tuttavia, grazie all’impegno di tutte le componenti dell’istituzione scolastica, a restare pressocché nei numeri”. Sensibile il calo demografico anche all’IC Borrello-Fiorentino, secondo il dirigente Giuseppe Guida, mentre non si registrano per il momento variazioni al Liceo “Campanella”, che manterrà inalterato il numero delle sezioni, così come l’Istituto Comprensivo di Sant’Eufemia e la “Don Milani”. Incremento di iscritti alla secondaria del Perri-Pitagora e numero invariato alla primaria e all’infanzia, secondo il dirigente Giuseppe De Vita. Ciò non toglie che a seguito della riorganizzazione del sistema scolastico regionale – che tiene conto del decremento – le istituzioni scolastiche statali autonome a Lamezia Terme passano da 15 a 9, con 5 Istituti Comprensivi rispetto agli 8 precedenti e 4 Istituti Scolastici Secondari di II° grado, contro i 6 di un anno fa. Inoltre, 26 plessi di scuola dell’Infanzia (-1), 16 plessi di scuola primaria, 8 plessi di scuola secondaria di 1° grado, 14 scuole dell’infanzia private paritarie ed 1 scuola primaria paritaria.

Il Piano non manca di considerare le difficoltà relative ai contesti periferici, particolarmente legate all’integrazione degli alunni di etnia Rom. Come si legge nella relazione finale, “alcune istituzioni scolastiche sono collocate in quartieri dove le condizioni sociali ed ambientali determinano un alto rischio di devianza per i bambini e i ragazzi che vi abitano. In questi quartieri le istituzioni scolastiche vivono una situazione di particolare sofferenza. Si tratta di contesti sociali caratterizzati dall’alto rischio di arruolamento alla criminalità e micro-criminalità, che aumenta in maniera proporzionale al diminuire delle possibilità occupazionali e all’incremento della recessione economica. In questo quadro così delineato, l’erogazione di finanziamenti ministeriali diretti alle Scuole consentirebbe l’attivazione di iniziative didattiche ausiliarie di notevole investimento economico, che gli Enti Locali non riescono a finanziare a causa dei trasferimenti dello Stato quasi nulli, è già insufficienti a garantire i Servizi essenziali”.

Giulia De Sensi

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