Lamezia, presentato il volume “Chiesa della Madonna del Carmine: La parrocchia, casa della fratellanza”

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Lamezia Terme - "In un pomeriggio di fine anno, la comunità di Lamezia Terme ha celebrato non solo il Natale, ma anche un secolo di storia vissuta nella fede e nella comunione. Presso il salone parrocchiale della Chiesa della Madonna del Carmine, si è svolta la presentazione del volume “Chiesa della Madonna del Carmine: La parrocchia, casa della fratellanza”, un’opera curata dal professor Filippo D’Andrea e pubblicata da Grafichéditore di Antonio Perri. Un evento che ha saputo intrecciare memoria storica, riflessione teologica e testimonianza personale, innervando la presentazione di un momento di profonda riscoperta delle radici comunitarie. Il sottotitolo scelto per il libro, “La parrocchia, casa della fratellanza”, si coglie come dichiarazione di intenti. Come ha sottolineato l’editrice Nella Fragale, che si è dedicata con particolare impegno alla realizzazione editoriale del libro: questo non è un libro celebrativo, ma un’opera che invita a riflettere" è quanto si legge in una nota.

"Si tratta - spiegano - di un tentativo di preservare la memoria storica di una comunità che, nel corso di cento anni, ha vissuto e trasmesso la fede attraverso una presenza parrocchiale, condivisa tra le case, le strade e i luoghi di incontro della comunità civile. È un libro fondamentale perché dimostra come la chiesa sia cresciuta insieme alla sua gente, generando una fraternità che va ben oltre i confini della sacrestia. L’evento è stato introdotto dal parroco don Pasquale Di Cello, figura centrale nella storia recente della parrocchia. Il suo intervento ha posto le basi per comprendere il contesto in cui è nato il libro: un’opera concepita dalla necessità di raccontare una storia vissuta e studiata cogliendo il centenario come momento di discernimento e rilancio ecclesiologico e cristiano.  Il professor Filippo D’Andrea, curatore del volume ,citando il prof. Carmine Matarazzo, teologo insigne che ha aperto i quattro convegni, ha approfondito il concetto di “chiesa generativa”. Una comunità feconda che, tornando alle sue origini, riesce a reinventarsi costantemente, proponendo novità che nascono dall’incarnazione del Vangelo nella vita quotidiana.  Infatti, nella sua relazione e nel volume, il prof. Carmine Matarazzo trattando il tema “Evangelizzazione e comunità generative".

"La parrocchia in una stagione di rinnovamento” ha esortato a “ritessere le relazioni nell’armonia dello spirito Santo” per scoprire “la dimensione sinodale della comunità parrocchiale” fondata sulla “koinonia evangelica e la parresia” nel senso di co-appartenenza tra tutte le figure ecclesiali. L’identità attiva – ha detto il prof. Matarazzo aprendo i lavori convegnistici, ispirata dall’identità contemplativa e mistica indirizza verso una nuova “piantagione del Vangelo”, secondo un’immagine di papa Francesco. Questo processo di “storicizzazione” e “incarnazione” - ha ripreso Filippo D’Andrea - è ciò che ha reso la parrocchia del Carmine un laboratorio di fraternità, dove la fede è un’esperienza da vivere, dentro e fuori le mura della chiesa. E tale sviluppo ecclesiologico ha avuto come fulcro il passaggio dalla concezione del sacerdote come figura sacra e distaccata, a quella di pastore che cammina con il suo gregge, partecipando attivamente alla vita della comunità. L’intervento di don Vittorio Dattilo, un testimone diretto della stagione di rinnovamento vissuta negli anni ’60 e ’70, ha ricordato come, insieme a don Pasquale e ad altri giovani sacerdoti come don Armando Augello, avessero scelto di vivere in comunità, condividendo pranzi e cene, dialoghi continui e una visione comune della vita cristiana".

"Questa scelta di convivenza sacerdotale precorrendo i tempi, secondo il venerando presbitero, ha permesso di superare la visione privatistica della conduzione della parrocchia, aprendola a una dimensione collettiva e collaborativa. Ha citato l’esempio di don Bruno Bernardi, con il quale don Pasquale lavorava fianco a fianco, e ha sottolineato come questa collaborazione fosse un segnale forte per la comunità: la chiesa non appartiene a un singolo prete, ma a tutti. Don Vittorio, riprendendo il pensiero di Filippo D’Andrea, poi affrontato il tema della “pastoralità” post-conciliare, evidenziando come il Concilio Vaticano II abbia portato a un cambiamento radicale nella concezione del sacerdozio. Non più solo “sacro” e staccato, ma “pastore” che si fa vicino, che si sporca le mani, che si occupa dei bisogni materiali e spirituali della comunità. Ha ricordato con affetto gli incontri con i Padri Minimi, i contatti con movimenti giovanili come lo scautismo, e l’impegno educativo nella scuola media “Francesco Fiorentino”.

"Il libro stesso - precisano - è un tesoro di informazioni, testimonianze e immagini che raccontano un secolo di vita parrocchiale. Contiene, ha spiegato il Curatore, le relazioni dei quattro convegni del centenario: la professoressa Rosa Andricciola, che ha descritto la parrocchia come un “laboratorio di fraternità” raccontando diversi aspetti della vita popolare in merito alla sua religiosità e culturale sociale. Nello stesso primo convegno don Armando Augello, ha tracciato la le figure dei primi parroci, in particolare don Alfonso Genovese e don Bruno Bernardi che sono stati per lunghi decenni a guida della parrocchia del Carmine. La sua narrazione, arricchita da documenti storici e dalla sua memoria personale, offre un quadro significativo di come la parrocchia si è evoluta nel tempo. In particolare, don Armando ha vissuto personalmente il passaggio dalla mentalità pre-conciliare a quella post-conciliare, rendendo la sua testimonianza un ponte tra due epoche. Nel volume, che raccoglie gli atti del centenario celebrato nel 2024, si trova pure l’intervento sui Padri Carmelitani svolto da Francesco Polopoli, che ha toccato la figura di padre Elia Iannazzo, un teologo carmelitano nativo di Sambiase di alto profilo culturale. La relazione del prof. Mario Panarello su “La decorazione settecentesca della chiesa del Carmine” ha illustrato con alta competenza la “Vinea Carmeli”, la “Visione di S. Elia”, la “Trasfigurazione di Cristo” e le “Quattro ovali con Santi: S. Cirillo, S. Andrea-Corsini, S. Dionisio papa, S. Telesforo papa”. La prof.ssa Lina Proto nel suo breve ma competente intervento ha sottolineato “l’importanza della conoscenza del patrimonio artistico del territorio nella didattica scolastica e nella comunità”. Mentre, pur non presente negli atti si segnala l’intervento della presidente del TOC Rosanna Pullia sul “Terz’Ordine carmelitano del Carmine”. Si è occupata del coordinamento dei gruppi di studio, di cui vi è relazione negli atti, e dell’organizzazione pratica Suor Romina Perrotta". 

"In conclusione, l’evento di presentazione del libro non è stato solo un omaggio al passato, ma un invito a guardare al futuro. Lo studio del passato non serve soltanto a rievocare ciò che è stato, ma a costruire ciò che sarà. La parrocchia del Carmine, attraverso il suo centenario, ci ricorda che la vera forza della chiesa sta nella sua capacità di generare comunità, di essere “casa della fratellanza”, di accogliere, educare e camminare insieme. Il libro, quindi, non è solo un documento storico, ma un progetto di futuro. Un invito a tutte le comunità a riscoprire la propria identità, a tornare alle proprie origini per trovare la forza di innovare, a vivere la fede come esperienza condivisa, incarnata nella vita quotidiana. È un invito a essere, come diceva San Paolo, “testimoni della buona novella”, non solo con le parole, ma con le azioni, con la vita, con la fratellanza. Per chi volesse approfondire, il libro può essere acquistato anche come regalo di Natale, un gesto simbolico per chi vuole regalare non solo un libro, ma una storia di comunità, una speranza di chiesa e società".

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