Lamezia Terme - Un connubio felice quello fra arte contemporanea e archeologia, concretizzato nelle sale del Museo Archeologico Lametino grazie al progetto “Sealing” che prevede una collaborazione stabile con l’Accademia di Belle Arti di Catanzaro e con la direzione regionale Musei, in un circuito virtuoso che va oltre i successi notevoli delle mostre dei Maestri Momoli e Palaia recentemente ospitate nella struttura del Complesso San Domenico.
“Si tratta di un percorso iniziato già a partire dal mio insediamento”, spiega la direttrice responsabile Simona Bruni, “che offre attualmente ai visitatori la possibilità di ammirare installazioni permanenti d’arte contemporanea anche all’interno delle stesse teche in vetro che contengono i reperti, in uno scambio biunivoco di grande valore, anche considerando la cornice storico-archeologica del San Domenico in cui l’intera esperienza si svolge. Per questo abbiamo intenzione di continuare a implementare questa linea di sviluppo negli anni a venire”. Un’intuizione importante, già foriera di risultati: lo dicono i dati relativi all’afflusso di visitatori.
Simona Bruni direttrice del Museo archeologico Lametino con l'artista Momoli
“Rispetto all’ultimo bilancio relativo al 2019” continua la responsabile, “nonostante la pandemia, il Museo Archeologico Lametino ha più che raddoppiato i suoi numeri, passando da 1.260 a 3.300 visitatori, grazie anche ad una serie di eventi culturali mirati, organizzati nel momento di ripresa, che hanno dimostrato il suo ruolo centrale di hub culturale per tutto il territorio, capace di veicolare contenuti a diversi livelli, valorizzando delle collezioni storico-archeologiche che al tempo della loro produzione erano esse stesse contemporanee, e possono dunque stabilire nessi storici e simbolici importanti con l’arte della nostra epoca”. Per favorire la fruizione del suo patrimonio il Museo si è attivato, soprattutto durante le feste, che hanno registrato come ci si augurava notevole affluenza di pubblico.
“Già dal 1 ottobre la struttura è aperta dal Lunedì al Sabato, dalle 9 alle 19”, chiarisce la dottoressa Bruni, “ma nel periodo festivo lo staff si è impegnato a calendarizzare i percorsi e le visite guidate in modo da ottimizzare la fruibilità delle sale”. In realtà, il processo di apertura alle esigenze del territorio comprende innumerevoli altri aspetti. Il Museo Archeologico sarà infatti coordinatore delle attività culturali all’interno del progetto Trame, ha una collaborazione in essere con il Chiostro Caffè Letterario e intende proseguire quella con TeatroP che ha già portato all’interno della struttura attività laboratoriali e uno spettacolo che in una sola giornata ha dato al Museo circa 400 visitatori, associando il teatro per i bambini alle visite guidate per gli adulti. Fra le ultime iniziative promosse quella di giovedì 12, che prevede una lectio della professoressa Stefania Mancuso sulla città magnogreca di Terina all’interno del ciclo di seminari “All’Ombra dell’Abbazia”.
Una piccola criticità? Secondo Bruni, è il gap dei trasporti. “Questo problema ci penalizza soprattutto nel periodo estivo, quando Lamezia si spopola e il numero delle visite rimane più basso rispetto a quello di altre strutture che si trovano sulla costa. Speriamo in futuro di ottenere una convenzione con una rete regionale, anche di treni, che ci renda fruibili tutto l’anno. Infatti, se il Museo ha bisogno della città per restare vivo culturalmente, anche la città, per la stessa ragione, ha bisogno del suo Museo. È un dato sempre più evidente, che deve portare ad una presa di coscienza collettiva della centralità di questa istituzione sul territorio”.
Giulia De Sensi
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