Lamezia Terme - La comunità di Lamezia Terme si è stretta attorno al dolore della famiglia Bertolami a 40 anni di distanza dal sequestro dell'imprenditore florovivaista Giuseppe. Una manifestazione si è svolta all'imbocco della Statale 18 proprio nel luogo in cui si sono perse le tracce dell'uomo. Deposta una corona di fiori. Erano le 18 circa del 12 ottobre 1983. Giuseppe Bertolami, 58 anni, stava uscendo dalla sua azienda a bordo di una fiat 132 imboccando la statale 18. Dell'uomo non si ebbe mai più notizia.
Numerosi furono nel tempo gli appelli della famiglia, rimasti inascoltati: nessuno ha mai restituito loro la verità su quanto accaduto né il corpo dell’imprenditore. Appelli che sono stati rilanciati questa mattina dal figlio di Giuseppe, Carmelo Bertolami il quale si è rivolto alle istituzioni ma anche a chiunque possa avere informazioni utili al ritrovamento del corpo di suo padre. Questa mattina insieme ai familiari di Bertolami erano presenti il presidente di Fondazione Trame Nuccio Iovene, il sindaco di Lamezia Paolo Mascaro e tanti esponenti dell'associazionismo e dei sindacati.
L'occasione è stata utile ai promotori per ricordare i rapimenti che hanno caratterizzato la storia recente di Lamezia Terme. Il caso Bertolami, infatti, non fu un episodio isolato, si inserisce bensì in un periodo nero della cronaca locale del lametino: la stagione dei sequestri di persona a scopo estorsivo con i rapimenti eccellenti della Lamezia bene, tra cui Mario Bilotti, Roberto Bertucci, i coniugi Gabriele D’Ippolito e Filomena Ciliberto, Nino Tripodi, Francesco Grandinetti, Filippo Caputi, ma anche di altre personalità del resto d’Italia. Tematiche che saranno approfondite in un incontro in programma sempre oggi alle 17.30 al Chiostro San Domenico.
B.M.
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