Lamezia, studenti del “Rambaldi” in visita alla mostra sul giudice Livatino in tribunale

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Lamezia Terme - Un percorso, attraverso immagini, cronaca e testimonianze, sulla storia di una figura di uomo e magistrato che, dopo oltre trent’anni, continua ad essere un punto di riferimento per quanti operano nel campo della giustizia e uno stimolo all’impegno civile per le nuove generazioni. E’ questo lo spirito con cui due classi del Polo Tecnologico “Carlo Rambaldi” di Lamezia Terme, coordinati dalla docente e avvocato Angela Fazio e su invito del presidente dell’ azione cattolica diocesana Luca Torcasio,  hanno visitato la mostra “Sub tutela Dei”, sulla storia di Rosario Livatino, il giudice ragazzino, esposta in questi giorni al Tribunale di Lamezia Terme nell’ambito di quattro giorni di eventi promossi dal tribunale lametino insieme alla Diocesi di Lamezia Terme, all’Azione Cattolica e all’Ordine degli Avvocati di Lamezia Terme, in collaborazione con l’Associazione Do Well.

Alla seconda giornata, alla presenza del Presidente del tribunale lametino, dott. Giovanni Garofalo e del Procuratore della Repubblica, dott. Salvatore Curcio, hanno partecipato le classi 5D e 5BQ insieme agli studenti delle classi  quinte degli istituti superiori cittadini. Assassinato dalla mafia a soli 37 anni, Rosario Livatino, con la sua vita breve ma tutta spesa per l’affermazione dei valori della legalità e della giustizia, è stato proclamato Beato nel 2021. A fare da guida agli studenti, lungo il percorso dei pannelli espositivi sulla vita del magistrato, insieme a volontari dell’ azione cattolica e avvocati del foro di Lamezia Terme, anche lo studente del Polo Eduardo Lombardo.

Gli studenti sono stati invitati ad approfondire la storia di un giovane che ha fatto dell’etica, del rispetto delle regole, della promozione di una società giusta, le stelle polari della sua esistenza e del suo lavoro. Per il suo rigore morale e professionale, associato a quel “di più” di comprensione umana che gli proveniva dal suo cammino di fede, Livatino è un esempio per il mondo della magistratura e dell’avvocatura e per tutti coloro che vogliono impegnarsi per una società libera dai condizionamenti mafiosi, dal ricatto e dalla sopraffazione. L’iniziativa si inserisce nel solco delle diverse attività con le quali il Polo Rambaldi, in sinergia con le istituzioni e le realtà associative del territorio, vuole promuovere uno spirito di cittadinanza attiva e stimolare la partecipazione delle nuove generazioni alla vita della società. 

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