Medici di famiglia, firmata la preintesa 2022-24, FMT: “Accordo ponte, ora servono risorse per la riforma”

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Si è tenuto oggi il previsto incontro tra i sindacati e la Sisac per il rinnovo dell’Accordo Collettivo Nazionale-ACN (o convenzione) della medicina generale e del territorio. Firmata la preintesa per il triennio 2022-24 che riguarda migliaia di medici di famiglia, di continuità assistenziale e del 118.  Per FMT ha firmato il segretario nazionale, Francesco Esposito, che alla fine della riunione ha dichiarato: “Un accordo di transizione, con ombre e qualche luce, ma necessario per chiudere la stagione dei ritardi e metterci alle spalle un atto di indirizzo delle regioni a isorisorse. Firmiamo oggi ma per il triennio già passato, un malcostume che si ripete da anni e che speriamo sia definitivamente archiviato con l’impegno della controparte pubblica di riaprire subito le trattative per il 2026, così da allineare temporalmente, e finalmente, l’anno e l’ACN. E partendo stavolta da un atto di indirizzo frutto di dialogo con le parti sociali, con risorse adeguate e con una visione riformista dal punto di vista organizzativo e normativo, perché, è bene ricordarlo, gli accordi servono a valorizzare i medici per tutelare i cittadini e la sanità pubblica, per rispondere alla domanda di salute in modo efficace ed efficiente”.

Nel merito della preintesa “cambia poco”, sottolinea il segretario nazionale Esposito: “Partiamo da una nota negativa chiarissima, oltre agli aspetti citati precedentemente: è insufficiente rispetto al peso dell’inflazione, con un aumento previsto solo del 5,78%.  Buona invece la previsione di una maggiore protezione e flessibilità oraria per le donne medico in maternità. Positivo, sempre sul piano della flessibilità, che si favoriscano quei medici che vogliono operare nelle case di comunità, senza l’obbligo di transitare dal ruolo unico”.

“Chiudiamo  questa fase - conclude Esposito - ora serve una vero cambio di passo per la sanità pubblica puntando sui medici, perché cresce il disagio e l’insofferenza nella categoria dopo anni di politiche sanitarie con poche idee e senza investimenti”.

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