Lamezia Terme - Una nuova cartografia, costruita dal basso, dei territori di Lamezia Terme e di Paia a Mare e Tortora. I risultati di Mappe dal basso, percorso sperimentale e partecipato che ha coinvolto gli enti aderenti al Coordinamento Nazionale Comunità Accoglienti (CNCA) e in particolare il CNCA Calabria, con l’Associazione Comunità Progetto Sud di Lamezia Terme e la Cooperativa Sociale L’Ulivo di Tortora, sono stati presentati nel corso di un incontro che si è svolto, nella sala Alfa dell’Oasi Bartolomea di Lamezia Terme. Le attività sono state coordinate, per conto del CNCA Calabria, da Isabella Saraceni che ha affiancato i responsabili scientifici, Alessia Pesci Consigliera del Coordinamento Nazionale, Andrea Pase docente dell’Università di Padova, Emanuela Pascuzzi docente dell’Università della Calabria e la grafica Elena Manzini. Pesci dell'esecutivo nazionale di CNCA ha relazionato su "Mappe dal basso per una cultura dell'accoglienza" mentre i lavori sono stati aperti dal saluto di Maria Francesca Fiorentino presidente CNCA Calabria. La docente Pascuzzi ha offerto alla platea una riflessione dal titolo "Anche i muri parlano" sull'organizzazione sociale nello spazio e nel tempo e Pase si soffermato sulle relazioni tra mappe e potere.
Nel corso dell'iniziativa, coordinata da Saraceni, hanno offerto il loro contributo anche la direttrice di Comunità Progetto Sud Marina Galati e il presidente della cooperativa L'Ulivo di Tortora Giuseppe Peri, oltre ai referenti del progetto per le rispettive comunità Daniela Campagna e Lorena Leone.
Un esercizio di auto-riflessione in più tappe, durato due anni che ha condotto al disegno di una mappa territoriale di Lamezia Terme ed una di Tortora e Praia a Mare, per ricostruire e visualizzare la relazione tra le organizzazioni sociali e il loro territorio di riferimento e per meglio comprendere il proprio posizionamento nello spazio e nel tempo e offrire alle comunità locali e alle istituzioni pubbliche una diversa chiave di lettura del territorio, “dal basso”. Di solito, infatti, la cartografia è fatta dall'alto: il rilevo fotografico - viene evidenziato all'interno della mappa - è costruito a partire da una visione zenitale: oggi si usano il telerilevamento da satelliti, aerei droni. Le mappe provengono dall'alto anche in altro senso. Chi le commissiona ha o vuole avere potere sul territorio. Le carte sono servite e servono a fare la guerra, a disegnare grandi infrastrutture e linee di confine. Il CNCA ha pensato, invece, di costruire una cartografia dal basso grazie all'esperienza sui tanti e diversi terreni del sociale fatta dalle realtà aderenti con il supporto di competenze universitarie per elaborare un percorso di analisi del territorio che consenta, da un lato, di evidenziare - per ogni contesto esaminato - i punti di forza e di debolezza, i luoghi del disagio e della ricucitura, e, dall'altro, di mappare le sedi e gli spazi consolidati di presenza delle organizzazioni e dei servizi. La cartografia prodotta è offerta alle comunità locali "come occasione per rileggere la propria situazione, a partire da margini sconnessi, spesso in ombra, che però sono anche spazi di innovazione e di riflessione sul cambiamento sociale". Non dall'alto ma dal basso; non sopra le teste delle comunità e delle persone ma dando loro voce.
"Siamo riusciti a ricostruire quella che è la relazione tra l'ente e il territorio, cioè che cosa svolge, qual è l'azione che un ente svolge sul proprio territorio e qual è soprattutto l'impatto che lo stesso ha anche in zone o più centrali o in zone periferiche" - ha dichiarato Saraceni. "La mappa - ha aggiunto - offre una sorta di riposizionamento non solo nel tempo ma anche nello spazio e ci consente quindi anche di avere un punto di vista, una lettura del territorio diversa, partendo dal basso, cioè da chi agisce e da chi lavora sul territorio".
B. M.
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