Lamezia Terme - “La fede cristiana ridà forza all’uomo e riconosce la dignità di ogni uomo, dei più poveri, degli emarginati, dà voce a coloro che non hanno voce. È questa la forza della nostra fede cristiana e cattolica, al di là di tutte le manifestazioni esterne che spesso l’hanno imprigionata. La professione di questa fede, come la definisce Papa Leone “disarmata e disarmante”, capovolge la logica del potere di tutti i tempi. Erode temeva la parola degli Apostoli perché metteva a nudo quello che era il motivo della sua azione politica, cioè il desiderio di assoggettare il popolo. La parola degli Apostoli era invece stimolo per uno stile di vita nuovo in una società che non poteva più tollerare l’oppressione e l’isolamento degli ultimi”. Così il vescovo di Lamezia Terme, mons. Serafino Parisi, che ha presieduto in Cattedrale il solenne pontificale a conclusione della solennità dei Santi Pietro e Paolo, patroni della città e della diocesi di Lamezia Terme. All’inizio della celebrazione, il sindaco Mario Murone, a nome di tutta la comunità lametina, ha simbolicamente offerto la città ai Santi Patroni con la consegna del plastico nelle mani di S. Pietro.
Partendo dalla domanda posta da Gesù ai suoi apostoli “Voi, chi dite che io sia?”, Parisi ha rimarcato come si tratti “della domanda decisiva e risolutiva, per i discepoli di allora e per noi credenti di oggi, rispetto alla quale non possiamo più cavarcela elencando le diverse teorie sul messianismo, ma è una risposta che chiama in causa il rapporto personale con Gesù che cambia la nostra vita. Per questo, di fronte alla risposta di Pietro “Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente”, Gesù ricorda a Pietro che quella risposta non viene dai suoi meriti, dalla sua bravura, dalle sue competenze, ma dalla grazia del Signore, gli è stata rivelata da Dio stesso. La Parola di Gesù trasforma l’argilla della nostra umanità in roccia sulla quale si fonda il mistero di comunione della presenza di Dio nella storia degli uomini. E’ la grazia di Dio che trasforma la nostra fragilità in potenza. Dio si fida dell’uomo nonostante i nostri fallimenti, i nostri limiti, le nostre cadute; Dio continua a credere nell’uomo. L’azione della grazia di Dio, se la lasciamo far entrare nella nostra vita, è capace di intessere nel mondo relazioni di fraternità, di giustizia e di amore”.
Dio interviene nella storia di Pietro e di Paolo liberandoli dalle catene: un messaggio consegnato anche ai credenti di oggi - ha aggiunto il presule - “per intervenire nella storia e liberare l’umanità da tutti quei vincoli che tengono l’uomo o troppo legato a sé stesso in una visione autoreferenziale o troppo legato alla terra. Liberare l’uomo perché possa avere uno sguardo nuovo, rivolto verso il cielo”.
Da qui l’invito alle autorità politiche e agli amministratori presenti “a pensare, tra ottobre e novembre, a un giubileo dei politici e degli amministratori del nostro territorio. Del resto, la proposta del Giubileo è “politica”, nel senso più alto e nobile di questa parola: è liberazione da tutte le forme di schiavitù dell’uomo. Mi domando: se si trovano in pochi minuti le risorse per il cosiddetto riarmo, con lo stesso impegno perché non si potrebbero trovare altrettanto velocemente le risorse per cancellare i debiti dei paesi più poveri che sono sfruttati? Il Giubileo di politici e amministratori possa essere un’occasione per riflettere su come avviare processi di liberazione e di emancipazione per la nostra terra di Calabria e per l’umanità”.
Ricordando il recente Giubileo insieme alle persone con disabilità, il Vescovo ha concluso sottolineando come Lamezia abbia “una potenzialità smisurata per generosità, solidarietà e altruismo. Se tutte queste forze le mettiamo insieme, sull’esempio dei Santi Pietro e Paolo, con la forza della fede possiamo dire la nostra per il nostro territorio lametino, per il territorio calabrese e per tutto il territorio nazionale”. Al termine della processione dei Santi Patroni, mons. Parisi ha espresso il ringraziamento a tutte le rappresentanze delle Forze dell’Ordine e alle associazioni di volontariato che hanno garantito il regolare svolgimento delle celebrazioni, agli statuari delle diverse comunità che hanno offerto il loro servizio, alle autorità politiche e alle rappresentanze istituzionali.
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