Catanzaro - La percentuale stimata di beni confiscati riutilizzati in Calabria è pari al 15 per cento. Di tali beni sottratti alla 'ndrangheta, circa un terzo viene utilizzato per fini istituzionali mentre due terzi dei beni ha una destinazione sociale. Sono i dati che emergono dalla nuova edizione del dossier di Libera “Raccontiamo il bene”, i cui dettagli sono stati illustrati nel corso dell’iniziativa di presentazione del progetto “Da Beni confiscati a Beni Comuni. I beni confiscati alle mafie come opportunità di sviluppo culturale, sociale ed economico”, che si è svolta a Catanzaro nella sala riunioni “Casa del Terzo Settore”.
Il progetto, realizzato da Libera Calabria, in condivisione e collaborazione con il Coordinamento regionale CSV Calabria, intende promuovere un percorso di formazione sul riutilizzo sociale dei beni confiscati alla criminalità organizzata rivolto agli enti del terzo settore della Calabria. La finalità di questo percorso è quella di condividere informazioni ed esperienze per creare una giusta consapevolezza, in quanto "i beni confiscati costituiscono una straordinaria opportunità da cogliere per salvaguardare il bene comune. Dalla restituzione alla collettività di un bene confiscato si riparte, ribaltando la logica della criminalità: dove si annidavano illegalità, violenza, omertà, sopraffazione, nascono comunità, bellezza, riscatto morale". Durante l'incontro moderato dalla referente di Libera Catanzaro, Elvira Iaccino, sono intervenuti il presidente del Csv Calabria Centro Nicola Nocera, Umberto Ferrari di Libera Calabria e il referente regionale dell'organizzazione fondata da Don Luigi Ciotti, Francesco Borrello. L'iniziativa è stata organizzata in occasione del ventinovesimo anniversario dell’approvazione della Legge 109/96, sul riutilizzo sociale dei beni confiscati alle mafie.
I dati
Complessivamente in Calabria sono 147 le diverse realtà impegnate nella gestione di beni confiscati alla criminalità organizzata in 44 comuni. La Calabria è la quarta regione in Italia per numero di beni utilizzati dopo La Sicilia, la Campania e la Lombardia. Dal report emerge, inoltre, che il 65% delle realtà sociali è costituita da associazioni di diversa tipologia (96), mentre sono 20 le Cooperative sociali. Tra gli altri soggetti gestori del terzo settore, figurano 13 realtà del mondo religioso (diocesi, parrocchie e Caritas), 6 enti pubblici, 5 fondazioni e 2 consorzi cooperative. Nel censimento non sono compresi i beni immobili riutilizzati direttamente per finalità istituzionali dalle amministrazioni statali e locali. In Italia sono 1.132 i soggetti della società civile organizzata che gestiscono beni confiscati, più di 600 associazioni di diversa tipologia, oltre 30 scuole di ogni ordine e grado che usano gli spazi confiscati come strumento didattico.
B.M.
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