Vibo Valentia, 24 dic. – E’ morta all’ospedale "Jazzolino" di Vibo Valentia Pina De Francia, mamma di Maria Chindamo, la giovane imprenditrice e commercialista di Laureana di Borrello (Rc) rapita e scomparsa la mattina del 6 maggio 2016 dinanzi al cancello della sua azienda agricola di Limbadi, nel Vibonese. Un rapimento ed un caso rimasto ad oggi impunito, con la Procura di Vibo che ha ipotizzato l’omicidio della donna indagando il proprietario della tenuta agricola dinanzi a quella della Chindamo, accusato di aver manomesso le sue telecamere per favorire i rapitori. Un’accusa che non ha però retto al vaglio dei giudici della Cassazione che hanno stabilito, esaminando diverse perizie, che le telecamere non erano state manomesse.
La signora Pina De Francia due settimane fa aveva avuto una lieve ischemia successiva a una polmonite. Per due settimane all’ospedale di Polistena (Rc) la diagnosi è stata però rimandata in attesa della riparazione di un apparecchio medico guasto. Ieri, quindi, il trasferimento in ospedale Vibo per effettuare la risonanza, ma era ormai troppo tardi. Il dolore per la tragedia della figlia aveva profondamente segnato Pina De Francia, alla continua ricerca in questi anni – insieme all’altro figlio Vincenzo ed ai familiari – di verità e giustizia per la sua Maria con continui appelli pubblici a rompere il muro dell’omertà e far ritrovare almeno il corpo della figlia.
Secondo il collaboratore di giustizia Antonio Cossidente (che riporta i racconti del Emanuele Mancuso con il quale ha condiviso un periodo di detenzione), il corpo di Maria Chindamo sarebbe stato triturato in campagna con un trattore oppure dato in pasto ai maiali poiché un confinante – un pregiudicato ritenuto vicino al clan Mancuso, arrestato per la manomissione delle telecamere ma poi scagionato dal Tribunale del Riesame e dalla Cassazione – avrebbe voluto così punirla per il rifiuto della donna a cedere i propri terreni. Era stata ipotizzata anche la vendetta dei familiari del marito della donna che si è suicidato il 6 maggio 2015 dopo le pratiche di separazione dalla moglie. Il caso è ora da circa due anni finito sul tavolo della Dda di Nicola Gratteri che, alla luce delle dichiarazioni dei collaboratori Cossidente e Mancuso, indaga su un coinvolgimento nel delitto da parte della criminalità organizzata.
Reazioni
Saccomanno (Lega): "Morta la mamma di Maria Chindamo senza poter avere giustizia"
"Uno Stato veramente democratico deve garantire una “Giustizia” vera, concreta e celere. In Italia e, specialmente, in Calabria non esiste nulla di ciò! Tantissimi genitori, figli, parenti e amici, che non riescono ad avere alcuna notizia delle vittime di mafia o persone scomparse. Attesa di anni, promesse, speranze che, però, si infrangono dinnanzi a silenzi omertosi, paure e bocche cucite". Lo ha detto il Commissario Regionale Lega Giacomo Francesco Saccomanno.
"Pina De Francia - aggiunge - ha chiesto per anni di sapere cosa sia successo alla propria figlia Maria Chindamo, ha chiesto a gran voce “Giustizia”, ma non ha ottenuto nessuna risposta … ed è morta con il dolore che ha invaso e stravolto la sua vita. Tante battaglie che sono rimaste solo tali e che non hanno portato a nulla. Solo un gran dolore, una figlia scomparsa e dei nipoti che ancora oggi vorrebbero, come lei, conoscere la verità. Una verità certamente amara, ma che il cittadino, i propri cari hanno diritto di conoscere. Tante le affermazioni, tante dicerie, tante ipotesi … ma l’unica verità è che Maria Chindamo è stata uccisa, ma non si conoscono ne le ragioni e ne le modalità. Alla famiglia tutta la vicinanza della Lega e del suo Commissario che, certamente, continueranno le battaglie per avere una Giustizia vera, celere e corretta".
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