San Giovanni in Fiore (Cosenza) - Nasce a San Giovanni in Fiore l’associazione “#siamo tutti Serafino... nel segno di Antigone”, voluta da Caterina Perri, avvocato e moglie di Serafino Congi, il 48enne calabrese deceduto lo scorso 4 gennaio "a causa di gravi carenze del Servizio sanitario regionale". L’associazione, nata "dal dolore di una tragedia che ha scosso l’intera comunità della Calabria, si propone di tutelare i diritti dei pazienti e delle loro famiglie, per trasformare la memoria di Serafino in impegno civile e battaglia per la giustizia".
Il primo atto pubblico sarà l’iniziativa “#siamotuttiSerafino … nel segno di Antigone”, in programma a San Giovanni in Fiore il 20 agosto: alle ore 17 in piazza Frate Giuliano, vicino l’Abbazia florense. A scopo commemorativo e costruttivo, l'evento nasce per “non dimenticare” e per richiamare l’attenzione, fanno sapere: "sulle responsabilità e sulle mancanze di un Servizio sanitario che, troppo spesso, si rivela inadeguato a garantire cure tempestive e dignitose".
"La morte di mio marito Serafino – afferma Caterina Perri – non è stata una fatalità, ma la conseguenza di un sistema fragile e inefficiente. Ho deciso di fondare questa associazione perché nessun’altra famiglia debba affrontare quello che abbiamo vissuto noi. La memoria di Serafino deve trasformarsi in cambiamento e in azioni tangibili per rendere la salute un diritto concreto". Il richiamo ad Antigone, figura simbolica della fedeltà a princìpi etici superiori e della resistenza all’ingiustizia, vuole sottolineare la necessità di opporsi a logiche burocratiche e disumane che calpestano i diritti fondamentali.
"Questa iniziativa – aggiunge Perri – vuole unire cittadini, istituzioni e operatori sanitari in un impegno comune, che è quello di restituire centralità alla persona, garantire il rispetto delle leggi e pretendere un servizio sanitario all’altezza dei bisogni dei calabresi". L’associazione “#siamo tutti Serafino... nel segno di Antigone” intende costituire "un presidio civico e legale per i pazienti e i loro familiari, promuovendo nel contempo una cultura della prevenzione, della responsabilità pubblica e della lotta alle disuguaglianze in sanità. L’appuntamento del 20 agosto segna l’inizio di un percorso che l'avvocato Perri e la sua famiglia hanno scelto di intraprendere in nome di Serafino e di tutti coloro che continuano a pagare il prezzo delle disfunzioni del Servizio sanitario calabrese".
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