Catanzaro - Il vicesindaco di Catanzaro, Giuseppina Iemma, interviene all'indomani del suicidio di un giovane studente di 19 anni che ieri mattina, poco prima dell'inizio delle lezioni nell'istituto superiore che frequentava, si è drammaticamente tolto la vita lanciandosi dal ponte Morandi.
“L’ultimo episodio del giovane suicida ha drammaticamente scosso tutta la comunità, già colpita da altri tragici casi nelle ultime settimane. Stringendoci attorno al dolore dei familiari, quanto successo non può che farci riflettere tutti sull’importanza di praticare la cultura della prevenzione sotto un duplice aspetto. Da una parte, quello propriamente legato alla peculiarità del Ponte di Catanzaro, tragicamente conosciuto non solo per le sue caratteristiche strutturali, ma anche l’elevato numero di suicidi che si registrano da troppi anni a questa parte. Si è discusso di ipotetici progetti e soluzioni tecniche da mettere in campo per impedire il ripetersi di episodi così dolorosi, scongiurando una volta per tutte il rischio che il viadotto Bisantis venga identificato come il ponte dei suicidi".
"A tal fine - aggiunge Iemma - mi appello all’Anas, ente che gestisce la manutenzione dell’infrastruttura, al fine di poter incidere in maniera risolutiva attraverso degli interventi che, già sperimentati per altri viadotti, possano impedire o scoraggiare gesti dalle conseguenze irrimediabili. Naturalmente, la soluzione materiale non può essere scissa dalle considerazioni propriamente legate ai disagi e al malessere esistenziale che conduce chi è più fragile a compiere scelte estreme. Entra in campo, allora, la necessità di alimentare e rafforzare la rete di tutte le agenzie che si occupano di supporto e assistenza sociale, sanitaria, educativa. Sul territorio, gli enti preposti fanno il loro lavoro per garantire i singoli servizi in ciascun settore, ma spesso si opera per compartimenti stagni e senza progetti condivisi. A pagarne le conseguenze più di tutti - afferma infine - sono i più fragili, tra cui i nostri ragazzi con le loro paure e con disturbi che rimangono spesso nascosti e mai diagnosticati. E’ dovere di tutte le istituzioni affrontare con responsabilità questa nuova emergenza sociale, avvicinandosi in maniera tangibile alle scuole e alle famiglie, per non piangere più la solitudine, l’emarginazione, la perdita di vite umane”.
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