Vietate arrampicate sportive per tutelare animali nel Parco Pollino

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Cosenza - Gerardo Travaglio, direttore del parco nazionale del Pollino, ha disposto il divieto temporaneo di arrampicata sportiva e alpinismo nel territorio del Parco “al fine di salvaguardare specie rupicole, vegetali ed animali, di particolare interesse conservazionistico potenzialmente minacciate da tali attività sportive - informano in una nota le associazioni ambientaliste. Le associazioni, da anni impegnate nel monitoraggio e nella tutela dell'avifauna selvatica, intendono sottolineare che il Parco Nazionale del Pollino, interamente compreso in due grandi ZPS (zone tutelate a livello comunitario per la presenza di specie di uccelli di particolare valore internazionale), ospita diverse specie di uccelli legate indissolubilmente, soprattutto per la riproduzione, alle pareti rocciose. Ci si riferisce, in particolare, all'Avvoltoio grifone, recentemente reintrodotto nella stessa area protetta, all'Aquila reale, al Falco pellegrino, al Lanario, al Gufo reale e al sempre più raro Capovaccaio, che ogni anno fa la sua comparsa nel parco nazionale senza più riuscire a riprodursi, anche a causa del disturbo diretto ai siti potenzialmente idonei alla nidificazione. L'Aquila reale, il Grifone, il Lanario e il Gufo reale sono ormai molto rari nell'Italia meridionale e in particolare in Calabria. Durante l'incubazione l'abbandono del nido, anche per brevi periodi, - continua il comunicato - può portare alla morte dell'embrione mentre durante le fasi dell'allevamento la presenza umana può spaventare gli adulti facendo così mancare l'apporto di prede al nido, con conseguente morte dei piccoli. Il disturbo - si fa rilevare - può altresì spaventare i giovani nidiacei inducendoli a tentare troppo precocemente l'involo dal nido provocandone anche in questo caso la morte. E' evidente che la principale ragion d'essere di un parco nazionale sia quella di conservare e incentivare il patrimonio di biodiversità presente nel suo territorio ponendo particolare attenzione alle specie protette che vi abitano”.

“Le scalate e le arrampicate - secondo le associazioni - rappresentano una delle prime cause di fallimento della riproduzione di specie rupicole e necessitano di adeguata regolamentazione, anche in base al Decreto del 17 Ottobre 2007 sui "Criteri minimi uniformi per la definizione di misure di conservazione relative a Zone speciali di conservazione (ZSC) e a Zone di protezione speciale (ZPS)". La lettera inviata dal Direttore del Parco è dunque - scrivono ancora le associazioni - un atto dovuto, se si vuole che il Parco Nazionale possa perseguire con successo i suoi fini istituzionali, ma non si è così sprovveduti dal ritenere che si possa acriticamente vietare queste attività escursionistiche e sportive in tutto il territorio del Parco. Sarebbe ingiusto e soprattutto inutile". Le associazioni ambientaliste chiedono quindi agli organi dell'ente parco: “che alla nota del direttore segua una proficua concertazione tra enti e istituti direttamente interessati al tema arrampicate, al fine di redigere al più presto un provvedimento riportante l'elenco dei siti in cui svolgere le suddette attività sportive senza recar danno alle specie selvatiche più rare e significative del parco nazionale”.

Dall’altro canto, c’è chi ha avviato una petizione (lanciata da Marco Rigliaco) per il “No al divieto dell'arrampicata nel parco nazionale del Pollino” chiedendo che “l'Ente Parco revochi con decorrenza immediata la sospensione dello svolgimento dell’arrampicata e dell’alpinismo all’interno del proprio territorio; l'Ente Parco, nella stesura definitiva della regolamentazione per la pratica dell’arrampicata, tenga conto delle effettive esigenze di salvaguardia (così come avviene in tutti i parchi d’Italia) basandosi su riscontri oggettivi, ossia attraverso l’accertamento reale e concreto di situazioni degne di tutela; l’adozione di linee guida o regolamenti avvenga di concerto con gli operatori del settore e con le associazioni o i gruppi operanti all’interno del parco, nonché con la collaborazione di una Guida Alpina regolarmente iscritta ad un Collegio Guide”.

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