Violenza di genere, Fidapa Lamezia: “Dobbiamo essere costruttori di un mondo migliore”

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Lamezia Terme - “Vogliamo parlare di speranza, fiducia e cambiamento. Desideriamo essere costruttori di un mondo migliore, attraverso spazi di dialogo e riflessione che devono essere vissuti nella nostra quotidianità, in famiglia e nei luoghi di lavoro”. La dottoressa Teresa Notte, presidente della Fidapa Lamezia Terme, ha così introdotto l’incontro “Lividi visibili e invisibili nella violenza di genere” che si è svolto presso la Sala Affreschi della Biblioteca Comunale di Lamezia Terme. L’evento è stato promosso e voluto dalla Fidapa Lamezia Terme con la partecipazione del Lions Club, del Rotary Club e dell’Amministrazione Comunale.

Al centro del dibattito la violenza di genere nelle diverse forme in cui si manifesta: violenza fisica, psicologica ed economica. Una tematica verso la quale la Fidapa di Lamezia Terme ha sempre riservato grande attenzione e non solo in concomitanza della “Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne” designata dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite per il 25 novembre. “Occorre – ha spiegato la presidente Fidapa Lamezia - un cambiamento culturale e i ragazzi devono esserne protagonisti. A cominciare dal linguaggio che quotidianamente viene utilizzato. Ad esempio, alcuni stereotipi banalissimi, a cui ricorriamo anche noi donne, consolidano un atteggiamento culturale che va sradicato. Bisogna liberarsi di questi stereotipi e modificare quelle espressioni ricorrenti nelle quali persistono piccole discriminazioni”. 

“Bisogna stare vicino alle donne” ha sostenuto l’avvocato Francesco Caglioti, presidente del Lions Club Lamezia.  “Quando ero vicesindaco – ha ricordato l’avvocato Caglioti – abbiamo avviato il Percorso Rosa che divenne operativo nel 2017. Veniamo da una società patriarcale; oggi l’uomo, invece, vive una forma di frustrazione che si scatena in maniera ingiustificata sulle donne. Intercettare questi malesseri, insiti nell’uomo, significa prevenire il problema. Bisogna intervenire sull’aggressore nelle forme e nei modi consentiti, attraverso gli strumenti che si hanno a disposizione”.  “Le donne – ha spiegato l’avvocato Armando Chirumbolo, presidente del Rotary Club Lamezia Terme, - sono una componente essenziale, importante e fondamentale della società. Gli uomini devono affiancarle e sostenerle”. 

“Dobbiamo combattere e modificare un sistema culturale che vede le donne sottostare al “potere” maschile. Noi donne – ha detto l’assessore Antonietta D’Amico – dobbiamo dimostrare che questo modo di fare va cambiato, in tutti i settori dove operiamo”. I lavori sono stati articolati in due sessioni. Nella prima, introdotta da Ginevra Rocca e Riccardo D’Angelo, che hanno dialogato accompagnati dal violino di Pietro Viola, il tema è stato il seguente: “Quando la violenza lascia lividi invisibili: le parole che feriscono”. Chiaro il riferimento alla violenza verbale. Il professore Tommaso Cozzitorto, scrittore e critico letterario, ha conversato con la dottoressa Serena Peronace, psicologa e psicoterapeuta della “Comunità Progetto Sud”.

“Una parola in più o in meno – ha detto il professore Cozzitorto – può fare la differenza. La violenza verbale è sempre in agguato. Non ha età”. “Le donne – ha spiegato la dottoressa Peronace rispondendo a una domanda di Cozzitorto – possono anche non essere consapevoli di subire violenza verbale, essendo vittime di una cultura maschile. La violenza verbale è molto subdola e cammina di pari passo con la violenza psicologica”. “I contesti in cui è diffusa la violenza verbale – ha proseguito la dottoressa Peronace - comprendono tutte le classi sociali, senza alcuna distinzione. La manipolazione psicologica si verifica quando una donna, attraverso situazioni che si susseguono, giorno dopo giorno, perde la propria indipendenza”. 

Significativa è stata la coreografia, curata da Claudia Di Laghi, che ha introdotto il tema della seconda sessione: “Quando le ferite chiedono voce: i lividi visibili”. A seguire si sono registrati gli interventi della dottoressa Rosina Manfredi, psichiatra e già direttrice del Centro di Salute Mentale di Lamezia Terme, e della dottoressa Renata Tropea, referente del Percorso Rosa al Pronto Soccorso dell’ospedale Giovanni Paolo II di Lamezia Terme e facente parte anche dell’Associazione Italiana Donne Medico. 

“Il fenomeno della violenza sulle donne – ha precisato la dottoressa Rosina Manfredi – rimane in buona parte un fenomeno sommerso. L’Italia è al terzo posto per i femminicidi in Europa, preceduta da Germania e Francia”. “Il contrasto alla violenza – ha precisato – deve diventare una responsabilità collettiva che investe individui e istituzioni”. “Nel gennaio 2017 – ha ricordato la dottoressa Renata Tropea - è stato istituito il Percorso Rosa per la violenza di genere. Il Pronto Soccorso di Lamezia Terme è stato il primo in Calabria che si è attivato. La presa in carico di una persona vittima di violenza è fatta da attori intraospedalieri: il medico del Pronto Soccorso, coadiuvato dal personale, e le consulenze specialistiche tipiche di questo percorso, la ginecologia, la pediatria, l’urologia, le malattie infettive, il laboratorio di analisi”. 

E, infine, in occasione della IX edizione del Progetto “Siamo tutti con te”, è stata effettuata una donazione al Centro Antiviolenza Demetra di Lamezia Terme, rappresentato dalla dottoressa Francesca Fiorentino. Il Centro è uno spazio di accoglienza, incontro, ascolto, e sostegno per le donne che sono in temporaneo disagio per aver subito forme di violenza di diverso tipo. Si tratta di un aiuto che la Fidapa di Lamezia Terme elargisce al Centro Antiviolenza Demetra sin dal 2017, quando era presidente della Federazione l’avvocata Enza Galati

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