Lamezia Terme - Un libro nel quale si sente forte la voglia di vivere connaturata ad ogni essere umano e la ricerca di normalità che tutti sperimentiamo nelle prove della vita, quello in cui Antonio Saffioti racconta a quattro mani con il giornalista Salvatore D’Elia la storia dell’estate in cui autonomamente decide di sottoposi all’intervento di tracheotomia, evitando così l’alimentazione assistita, unica alternativa di fronte alla quale la distrofia di Duchenne, in fase avanzata, lo aveva posto. “Respirare. La Tracheotomia: scelta e sfida per una vita indipendente” è, beninteso, tutt’altro che un libro tecnico, intimistico o astrusamente soggettivo: è un libro che avvicina il lettore ad un’esperienza reale, che diventa di tutti e che si percepisce come profondamente vera, voluto con semplicità da una persona che desidera essere d’aiuto a quanti potrebbero trovarsi in una situazione simile, o comunque analogamente difficile, e aver bisogno di sapere che è possibile farcela.
Antonio diventa, nelle parole introduttive del commissario Alecci, presente all’incontro di presentazione, “un punto di riferimento, e dimostra la forza che il singolo essere umano può dispiegare nell’affrontare le difficoltà più enormi, quando spesso noi tutti ci perdiamo in un bicchiere d’acqua”. Ma “Respirare” è anche un libro scritto con leggerezza, pieno di musica Indi, di cinema e di poesia, rivelatore di una giovinezza non solo anagrafica ma anche spirituale, che la malattia non ha minimamente intaccato. E’ la storia di qualcuno che, come sottolinea Rocco Mangiardi, “ha saputo trasformare il dolore in impegno”, ma lo ha fatto anche con estrema naturalezza, con semplicità.
“Nel libro non ci sono esseri umani speciali, o eroi colpiti da fato avverso – ci tiene infatti a precisare l’autore – ma una storia in cui tantissime persone possono rivedersi. Noi ci sentiamo una famiglia ordinaria che accetta di vivere il disegno di Dio. Altre definizioni sono discriminanti.” E’ infatti una storia di grande e costante impegno sociale contro il razzismo, l’emarginazione e le discriminazioni di qualsiasi tipo quella vissuta ogni giorno da Saffioti, che chiama le ingiustizie per nome e cognome, e viene considerato un “maestro di vita” anche dalla stessa psicologa del Centro NeMO Sud di Messina, la dottoressa Stefania Foresta, che lo ha seguito nelle varie fasi della malattia e anche durante l’ultimo invasivo intervento, quello che gli ha permesso di eliminare la forse più invasiva mascherina che gli copriva metà del volto.
“Ma tra le righe del libro non c’è solo la vita di Antonio – aggiunge il coautore Salvatore D’Elia – c’è anche la mia, quella degli operatori del NeMO che lo hanno assistito, dei suoi amici.” Fra questi il giovane Luca Marasco, che subisce lo stesso intervento ma purtroppo non ce la fa, e il 30 luglio scorso lascia per sempre i suoi cari, presenti all’evento di stasera. Un evento organizzato per iniziativa del vescovo Cantafora nel salone del Seminario Vescovile, che è stato animato dalle voci recitanti di Dario Natale di Tip Teatro e di Domenico D’Agostino di Manifest, e che ha lasciato nell’animo dei numerosi spettatori un messaggio di speranza, di coraggio, di profonda serenità interiore. I proventi del libro, stampato da Grafichèditore di Antonio Perri, saranno devoluti al Centro NeMO Sud di Messina.
Giulia De Sensi
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