
Lamezia Terme – Italia e Ucraina ancora insieme nel segno della condivisione, con l’intento primario di trasmettere un importante messaggio di reciproca amicizia e fraternità tra il popolo italiano e quello dei fratelli ucraini che, da oramai tanto tempo soffre. Un appuntamento incentrato sull’amore e la fede. Questa vicinanza è stata ciò che si è voluto trasmettere nell’evento odierno che si è tenuto in piazza Mazzini con il presepe tradizionale ucraino. È così che Il Vertep ossia un teatrino di marionette in questo caso figuranti ha rappresentato delle scene relative alla Natività, ha preso vita.
La tematica che si è voluta fare emergere è quella dell’unione fra due popoli, (italiano e ucraino) accomunati da una sola storia di luce. Il progetto culturale è rientrante nell’ambito di ‘Natale Insieme 2025’ ed organizzato dall’APS Svitanok, con responsabile di progetto Oksana Haladzhun, in collaborazione con l’attrice, regista, scenografa e autrice Liubov Ieremenko e l’APS Media Vision Theatre e APS "Kolos". Nel suo insieme il progetto ha voluto andare oltre le differenze culturali dei popoli, italiano e ucraino, rompendo così le ‘barriere culturali’ che li differiscono. “Perché il Natale è qualcosa che deve toccare nel profondo i cuori di tutti”. Alla manifestazione hanno partecipato tre cori, il Coro dialettale della Madonna di Dipodi e i Cori folcloristici ucraini Berehynya e Berehynya Junior.

Carole natalizie, (che in genere sono cantate a lume di candela), e altri canti originari di entrambi i paesi, hanno voluto rafforzare il legame delle due Nazioni. Appassionata è stata la rappresentazione del presepe tradizionale ucraino con attori e figuranti sia italiani sia ucraini che hanno fatto emergere l’eterna lotta fra il bene (l’angelo e il portatore della stella cometa) e il male (Erode e la morte) e lo stesso interpretato da Stanislav Shevchenko che si “sente minacciato dal Messia” e si conclude con il trionfo del bene. Un grande ‘palcoscenico’ questo creatosi in piazza Mazzini che ha fatto rivivere il presepe ucraino, con musica, canti e recitazione, scene rappresentate e rese vive e visibili da italiani e ucraini, infatti sono stati intonati musiche della tradizione calabrese e della tradizione ucraìna e che hanno coinvolto il pubblico presente in particolare i più giovani.
Francesco Ielà

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