Cinquant’anni fa l’uccisione del giudice Ferlaino, Mattarella: "Ricordare per opporsi a disprezzo democrazia"

mattarella-20201_408e4_ea206_060d9_e0ae6.jpg

Roma - Il 3 luglio del 1975, mentre stava rientrando a casa, il giudice Francesco Ferlaino veniva ucciso a colpi di fucile da sicari mai identificati, esponenti della malavita organizzata. "Francesco Ferlaino - dichiara il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella - primo magistrato vittima della criminalità in Calabria, con le sue indagini aveva inferto duri colpi alle organizzazioni criminali, riuscendo a cogliere, con lungimiranza, la complessità della 'ndrangheta e la sua capacità di penetrare in profondità i sistemi socio-economici".

"Ricordare il suo spietato omicidio - prosegue Mattarella - ci esorta a continuare a opporci senza sosta a quanti disprezzano i valori della società democratica, fondata sulla tutela dei diritti dei cittadini, nella prevalenza delle regole dello Stato di diritto e sulla convinta adesione alla cultura della legalità. A distanza di cinquant'anni, desidero rinnovare i sentimenti di partecipazione e vicinanza della Repubblica ai suoi familiari e a coloro che lo hanno stimato e che in questi lunghi anni ne hanno ricordato la passione e l'encomiabile impegno nello svolgimento dell'attività professionale, dedicando la sua vita a servizio del Paese". 

© RIPRODUZIONE RISERVATA