Progetto “Inhabiting the ephemeral” realizzato dal lametino Giovanni Orlando Muraca e Antonia Di Lauro al Landscape Festival di Gorizia

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Lamezia Terme - Approda a Nova Gorica - Gorizia, Capitale Europea della Cultura 2025, il progetto Inhabiting The Ephemeral, frutto della collaborazione artistica tra Antonia Di Lauro, autrice del libro "Abitare l'Effimero" e del lavoro di videoarte "Ciambre – effimere dimore" di Giovanni Orlando Muraca. L’opera è stata inclusa tra i 25 progetti artistici che saranno esposti durante l’evento, dal 23 al 25 giugno, in occasione del Landscape Festival “On The Borders Of The Planet”, promosso dalla rete Uniscape.  I progetti saranno occasione di dibattito e confronto sul tema del paesaggio e inclusi in un catalogo finale.

Inhabiting The Ephemeral è stato concepito come un “collage" che sintetizza visivamente il tema dell’abitare effimero, affrontato da Di Lauro e Muraca, e offre una riflessione sulle trasformazioni del nostro vivere contemporaneo, in bilico tra un ritrovato nomadismo e la perdita di radicamento ai luoghi. Il lavoro enfatizza il contrasto tra il ritmo lento della vita e l'universo simbolico del passato, e il "tempo atomizzato" e la "realtà aumentata" dei nostri giorni”. 

“Una parte dell'opera, estrapola un fotogramma del video Ciambre (foto originali di Vittorio Luzzo) – afferma la Di Lauro - e illustra la comunità di contadini locali che, durante il mese d'agosto, fino agli anni '60, era solita raggiungere la costa calabrese attraverso lunghe processioni di carri. I carri giunti sulla spiaggia assumevano le caratteristiche di dimore effimere: le “ciambre” accoglievano indistintamente uomini e animali, fondendosi con l'ambiente circostante: acqua, vento, sabbia, paglia, drappi e legno diventano parte di un'architettura nomade e auto-costruita.  Ciambre descrive un modo di vivere che ci ricorda la precarietà di una vita che si affida alla natura, divenendo tutt'uno con essa. L'effimero è l'accettazione dei ritmi della natura che aprono una condizione trasformativa di tutte le cose. Oggi, il legame vitale tra abitanti e paesaggio è radicalmente mutato in una società in cui la precarietà di Ciambre diviene l’incertezza e la solitudine dell’individuo contemporaneo. Mentre Ciambre rappresenta la possibilità dell’abitante di sentirsi parte di una comunità all'interno di un paesaggio autoprodotto, paradossalmente oggi siamo soli nel nostro mondo iper-connesso, come bene esemplifica la figura del nomade digitale. Questa riflessione dal libro “Abitare l’effimero” entra a fare parte del collage per creare un cortocircuito tra passato e presente, dimensioni spaziali e temporali in cui il concetto assume significati contrapposti. Le dimore effimere sono avvolte da una nuvola di dati, entrando in conflitto con un paesaggio urbano iper-connesso e smaterializzato, dominato dal susseguirsi di attività ed eventi che, con la stessa velocità con cui viaggiano le informazioni, assicura ai “city users” esperienze sempre nuove e diverse. Sullo sfondo la città di Matera ci racconta questi cambiamenti nelle sue intense stratificazioni che dai Sassi la conducono al titolo di Capitale della Cultura nel 2019”.

Il lavoro proposto al Landscape Festival di Gorizia, in un gioco di contrapposizioni, si interroga su come il paesaggio contemporaneo si modifica a seguito dell’utilizzo diffuso delle tecnologie che ridefiniscono il confine tra materiale e immateriale, fisico e virtuale, collettivo e individuale, aiutandoci a rileggere la realtà sotto un’altra prospettiva e rinnovando la percezione dei luoghi. 

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