Lamezia Terme - "Maestro? In realtà non ho mai insegnato niente, fuorché a mio figlio. Piuttosto dai miei film ho imparato". Si legge l’umiltà dei grandi nelle parole espresse da Michele Placido durante il talk, sul palco della serata finale del Liff.12, di fronte al direttore artistico Gianlorenzo Franzì. Una serata densa che si apre con i ringraziamenti allo staff e ai partner, con l’intervento di Riccardo Costa dell’Asti Film Festival, e di Michele Geria del Reggio Calabria Film Festival, che dalla prossima edizione, come annunciato, vedrà come direttore artistico lo stesso Franzì. Un ringraziamento anche alle reti museali di Reggio e Lamezia, da quest’anno coinvolte nel progetto; alla Calabria Film Commission e al presidente Anton Giulio Grande; al Brand Calabria Straordinaria e all’amministrazione comunale di Lamezia Terme, rappresentata dall’assessore alla cultura e al turismo Annalisa Spinelli, che ha espresso parole di grande stima nei confronti di Franzì e della sua manifestazione, “condotta da sempre con immensa passione”, che da quest’anno sarà istituzionalizzata come evento storico.
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A seguire il talk con Lucia Mascino, attrice della serie “I delitti del barlume”, e di numerosissime pellicole fra cui “Terapia di gruppo” e “Odio l’estate” di Aldo Giovanni e Giacomo, ma anche sublime interprete teatrale ultimamente in scena con il monologo “Smarrimento” di Lucia Calamaro. “Il Cinema è un lasciarsi guardare, il teatro è un far vedere” spiega parlando del suo lavoro, “e fare entrambe le cose è importante”. Il secondo talk vede salire sul palco un ospite internazionale: il regista spagnolo Rodrigo Sorogoyen, autore del premiatissimo “Asbestas” e della serie “Dieci Capodanni” che ha interloquito con Franzì con il supporto dell’interprete Doretta Grandinetti. “Nelle mie opere la tensione è determinata dall’attenzione che riesco a suscitare nel pubblico” dichiara, “e l’attenzione è determinata dai conflitti che riesco a mettere in scena”. Culmine della serata la consegna dei riconoscimenti a miglior film e a miglior regia del Liff.12, andati rispettivamente ad “Apopel” di Uriel Toga, e a Francesco Del Grosso per il suo “A peso morto”.
Sale a questo punto sul palco l’attesissimo Michele Placido: con lui Franzì parlerà delle ultime pellicole – “Eterno Visionario” su Luigi Pirandello, “Romanzo Criminale”, “L’Ombra di Caravaggio” –, della sua straordinaria attitudine di talent scout – capace di dare una prima grande occasione ad attori del calibro di Riccardo Scamarcio, Kim Rossi Stuart, Laura Morante – ma anche della sua capacità di “liberarsi” dal ruolo storico del commissario Cattaneo nella seguitissima serie “La Piovra” – “un miliardo di spettatori in tutto il mondo”. Di fronte alla domanda se sia stato più un grande attore o un grande regista, Placido chiarisce: “sono un attore che dirige altri attori: un grande attore-regista”. Poi il racconto degli anni al Piccolo di Milano, diretto da Strehler, la volontà di fare l’attore di teatro, l’amore per Shakespeare e Cervantes, la fascinazione per il sud e per la Calabria, “terra di cultura”, degna conclusione di una serata da ricordare.
Giulia De Sensi
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