Lamezia Terme - Una panoramica sulla storia politica Italiana, attraverso quasi due secoli di rivolgimenti e cambi di prospettiva, nella lezione tenuta presso il Liceo Galilei dal professor Giovanni Sabbatucci, già docente di Storia Contemporanea alla Sapienza di Roma e autore di un noto manuale edito da Laterza. Sabbatucci è stato protagonista dell’ultimo degli incontri di approfondimento storico-filosofico promossi dall’Istituto, incentrato sul tema del trasformismo politico: un termine che in Italia è stato contrassegnato da una duplice valenza. Fu inizialmente coniato, con accezione positiva, da De Pretiis, ai tempi delle prime elezioni a suffragio allargato del 1882, e della creazione di un raggruppamento moderato che desse stabilità alla Nazione neocostituita, contrastando forze ostili – i repubblicani, i socialisti, i clericali . “ Se i moderati vogliono trasformarsi in progressisti e adottare il mio programma io non posso impedirglielo” - avrebbe affermato lo Statista, ma, secondo Sabbatucci, “parlare di trasformismo e di trasformazioni in epoca positivista era considerata cosa giusta e virtuosa.”
Il termine, attribuito fra gli altri a Crispi e a Giolitti, avrebbe cambiato valenza successivamente, e la responsabilità sarebbe da attribuirsi fondamentalmente a un articolo del poeta Giosuè Carducci e al contributo di Leopoldo Fregoli, che lo avrebbe traslato in senso teatrale, calcando con i suoi travestimenti le scene d’Europa. Un’idea comunque inizialmente non spregevole, quella di rinunciare a una parte della propria identità politica per convergere dando stabilità al sistema. “Ma se non ci si divide più sui grandi ideali – sottolinea il docente – ci si riduce a fondare la propria azione su gruppi di interesse e su patti di scambio.” Inoltre ne risente il sistema dell’alternanza, e il meccanismo avrebbe portato ad esempio all’instaurarsi monolitico della Democrazia Cristiana, con conseguenze di logoramento che avrebbero lasciato spazio a fenomeni di corruttela: cominciano gli scandali politico finanziari e le inchieste, e monta la richiesta di un cambio di sistema che trova sfogo nel cambiamento della Legge elettorale. E’ con l’era Berlusconi che il trasformismo ritorna nella sua accezione negativa, ed è dopo la sua caduta che si fa strada un nuovo periodo di grandi coalizioni. “Mi auguro – conclude Sabbatucci – che si vada verso una riaffermazione della concorrenza e della competitività fra forze politiche, e che non si debbano rimpiangere le vecchie coalizioni trasformiste.”
Giulia De Sensi
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