
Piacenza - Due giovani reggini scomparsi in un incidente stradale a Piacenza. Si tratta di due archeologi calabresi Francesca Pizzi e Giovanni Speranza, originari della provincia di Reggio e per lungo tempo residenti nella Città dello Stretto. Il Sindaco di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà, e la Consigliera Comunale Maria Ranieri, esprimono il più profondo e commosso cordoglio a nome dell'intera Amministrazione e della Città, per la tragica e prematura scomparsa degli archeologi. I due giovani professionisti hanno perso la vita in un terribile incidente stradale avvenuto lungo l'autostrada A21 nel tratto compreso tra Piacenza Ovest e Piacenza Sud.
"La notizia di questa immane tragedia ci ha lasciati attoniti e senza parole", hanno dichiarato il Sindaco Giuseppe Falcomatà e la Consigliera Maria Ranieri. "Reggio Calabria perde due giovani eccellenze, due menti brillanti che con il loro lavoro portavano avanti la storia e la cultura del nostro territorio, anche lontano da casa. Il dolore delle famiglie Pizzi e Speranza è il dolore di tutta la nostra comunità. A loro va l'abbraccio più forte e sincero in questo momento di inimmaginabile sofferenza".
"Il ricordo di Francesca e di Giovanni, del loro entusiasmo e della loro passione per l'archeologia e per le loro radici, rimarrà indelebile. Ci stringiamo con immenso affetto ai familiari, agli amici e a quanti nella nostra Città hanno avuto la fortuna di incontrarli e di apprezzarne le straordinarie qualità umane e professionali". Anche il sindaco di Taurianova, Roy Biasi, si unisce al cordoglio: “Lascia veramente attoniti la notizia del tragico incidente stradale in cui, a Piacenza, hanno perso la vita Giovanni Speranza e Francesca Pizzi spezzati nel fiore degli anni. Uniti nella vita, uniti nella passione per l'archeologia, uniti nel destino che li ha strappati al mondo in modo così drammatico. L'intera Amministrazione Comunale, a partire dalla Giunta e dal Consiglio Comunale, è vicina alle famiglie Speranza e Pizzi ed esprime il più sentito cordoglio ai congiunti dei due sfortunati studiosi che non avevano reciso le radici che li tenevano legati a Taurianova e alla Calabria”.
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