Suriano (M5S): "Silenzi sull’Autonomia differenziata, è una condanna soprattutto per la sanità"

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Lamezia Terme - "Ci raccontano che l’autonomia differenziata rende le Regioni più libere e responsabili. In realtà, per la Calabria significa solo un ulteriore schiaffo. Siamo già una terra con ospedali che chiudono, scuole che cadono a pezzi, trasporti da terzo mondo. Con questa riforma, chi ha di più avrà ancora di più, e chi parte svantaggiato resta condannato al margine". Così Olinda Suriano, candidata del Movimento 5 Stelle – Calabria Centro alle elezioni regionali 5-6 ottobre che si chiede: "perché si parla poco di autonomia differenziata in questa campagna elettorale. Chi ha governato la nostra Regione forse non sente la necessità di sottolineare che tardivamente, dopo che ormai tutto era stato già deciso da altri alleati e da sempre contro il sud, ha detto il suo parere. Per convincerci ci hanno detto, e ci dicono, che sarebbe stata una grande occasione di efficienza e responsabilità. Ma per la Calabria non c’è nulla di virtuoso: è un progetto che accentua le disuguaglianze e trasforma i diritti in privilegi geografici. La nostra regione parte già da condizioni drammatiche (anche per politiche economiche non paritarie vedi i conti pubblici territoriali): ospedali insufficienti e sovraccarichi, carenza cronica di personale medico, scuole con strutture vecchie e poco sicure, collegamenti ferroviari e stradali che isolano interi territori. In questo scenario, lasciare più autonomia alle Regioni significa permettere a quelle ricche di correre ancora più veloce, mentre la Calabria resterà indietro, relegata a un ruolo marginale, con cittadini di serie B".

Il punto chiave, sostiene "sono i Livelli Essenziali delle Prestazioni (LEP). Senza finanziamenti certi, restano solo una promessa vuota. Questa è una certezza che sia nella prima versione della legge Calderoli, silurata dalla Consulta, sia nella nuova legge delega, impone all’autonomia l’invarianza di bilancio. E chi pagherà il prezzo di questa vuotezza saranno i calabresi, che già oggi fanno viaggi della speranza per curarsi al Nord (in aumento sotto gestione Occhiuto ); i calabresi vedono i propri figli emigrare per studiare o lavorare, affrontando quotidianamente il peso di servizi carenti o inesistenti. L’autonomia differenziata è presentata come una riforma neutra, ma in realtà è una scelta politica precisa: rafforzare chi è già forte e lasciare soli i territori più fragili. È una visione che mina l’unità nazionale e dimentica che l’Italia dovrebbe camminare insieme, non dividersi, in tutto questo la Calabria sarà sempre divisa e ultima. Per la nostra regione, non è progresso, è una condanna. Stiamo diventando ancora più dipendenti da fondi straordinari (PNRR); se non c’è capacità progettuale e, soprattutto, la giusta preparazione nello sviluppo dei progetti, anche queste saranno per la nostra terra risorse perse. L’esperienza e l’esempio che ci troviamo davanti ci espone il chiaro esempio di dove ci troviamo e dove rischiamo di andare. Ci vuole un governo regionale pronto ad affrontare quello centrale perché vengano garantite risorse nazionali adeguate. La vera autonomia di cui abbiamo bisogno è quella di vivere con dignità nella nostra terra, con ospedali funzionanti, scuole moderne, infrastrutture sicure e lavoro stabile. Insisto col dire che c’è un rischio enorme di disparità tra Regioni, questa certezza è data dalle prime pre-intese firmate nel 2014 che vedono una richiesta di trattenere il residuo fiscale fino al 9/10 lasciando al governo centrale ed al fondo perequativo pochi spiccioli: chi avrà capacità negoziale, risorse e strutture migliori potrà ottenere più vantaggi".

Suriano si chiede infine: "la Calabria avrà questa capacità? Nessuno sembra volersi assumere l’impegno? Non basta, e serve a ben poco, fare mozioni finché precise forze politiche governeranno la Calabria. Io non chiedo privilegi, chiedo uguaglianza. Ed è questa la battaglia che va combattuta: dire no a un destino di marginalità. Oggi alla Calabria non servono nuove catene, ma nuove opportunità. L’autonomia differenziata è una trappola, ben mascherata e mal raccontata, che condanna i nostri figli a un futuro senza speranza. Insieme diciamo ‘no’ e chiediamo di contare quanto il resto del Paese. Se c’è un’Italia che si vuole rialzare, deve rialzarsi tutta insieme. Nessuno escluso. Chiediamo che il nuovo Governatore faccia una alleanza strategica con gli altri del Sud (che sono d’accordo) per contrastare fattivamente questo scellerato progetto".

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