Lamezia Terme – Un ruolo sia di “paciere” in dispute interne alla cosca che di “informatore” è quello svolto dalla nota penalista Tiziana D’Agosto finita in manette nell’ambito dell’operazione Perseo. Ad incastrare la D’Agosto diverse dichiarazioni di collaboratori di giustizia come Angelo Torcasio o Umberto Egidio Muraca ma, soprattutto, quanto dichiarato dal boss Giuseppe Giampà, “testa di serie” tra i collaboratori di giustizia. Per la Dda “numerosi e diversi” sarebbero “gli specifici episodi ricostruiti in merito alla condotta dell’indagata, episodi alcuni dei quali riferiti in modo convergente da Torcasio e Giampà (c.d. vicenda Spes), altri invece oggetto del racconto dei singoli propalanti che, di persona, hanno vissuto le varie vicende narrate. Eppure, come già detto, la chiara diversità degli apporti conoscitivi su cui è costruita l’imputazione in esame, lungi dall’indebolire l’ipotesi accusatoria, al contrario la rafforza oltremodo, comprovando, non solo l’assoluta attendibilità e intrinseca credibilità dei collaboratori, ma l’autonomia dei distinti narrato che, con evidenza, sono il frutto di percorsi conoscitivi differenti o meglio di diverse esperienze di vita. Al riguardo è opportuno allora ricordare l’importante pronunciamento della Suprema Corte (cfr Sez. 6, Sentenza n. 542 del 10/05/2007 Ud., dep 08/01/2008)[…]"
"Ebbene proprio applicando tale importante principio al caso di specie emerge chiaramente come i racconti dei vari propalanti, pur nella eterogeneità dei singoli episodi ricostruiti, convergano perfettamente sul nucleo essenziale della condotta che rappresenta l’oggetto della imputazione in esame e che, si ripete ancora una volta, si sostanza nell’essere l’odierna indagata un avvocato che, sfruttando la sua posizione professionale e le possibilità offerte dalle funzioni legali svolte: rappresenta un canale di collegamento fra detenuti e sodali in libertà (sul punto si registrano le dichiarazioni convergenti di Giampà Giuseppe e Torcasio Angelo, ciascuno dei quali racconta un episodio di cui ha avuto cognizione diretta in cui la D’Agosto si è prestata a portare all’esterno direttive di sodali detenuti o a veicolare a questi ultimi notizie provenienti da soggetti vittime dei reati contestati agli stessi indagati); assicura la disponibilità alla cosca egli atti giudiziaria che gli esponenti di vertice hanno interesse, per i loro illeciti scopi, a conoscere. Atti il cui accesso è a loro inibito non avendo alcun titolo legittimo per accedere ai medesimi atti (anche sul punto si registra il convergente dichiarato di Torcasio e Giampà); prontamente porta a conoscenza della medesima organizzazione, anche per il tramite di Trovato Franco, informazioni e notizie riservate, decisive per la vita e la sopravvivenza della stessa associazione, delle quali è in possesso per le funzioni professionali svolte (anche sul punto si registra la chiamata diretta di Giampà Giuseppe riscontrata in primo luogo da quella del Torcasio, che ha parlato di ripetuti incontri fra l’indagata e il Bonaddio, incontri avvenuti i luoghi riservati e durante i quali veniva anche usato un disturbatore di intercettazioni ambientali. Ulteriori elementi di riscontro si traggono dalla precisa e puntuale chiamata diretta di Muraca Umberto Egidio che ha riferito di avere personalmente appreso dall’indagata notizie questa volta assolutamente segrete afferenti gli arresti disposti nell’ambito dell’operazione Medusa, prima che questi fossero effettivamente eseguiti)".
"Trattasi, in tutti i casi, di condotte di allarmante gravità, che incontestabilmente, nei vari momenti in cui sono state poste in essere (spesso coincidenti con fasi estremamente delicate per la vita dell’associazione) hanno rafforzato le capacità operative della cosca, permettendole di mettere a punto efficaci strategie di azione e, quindi, aumentando la possibilità della verificazione di allarmanti delitti-fine. Le medesime condotte hanno anche in alcuni casi aiutato gli indagati ad eludere le investigazioni dell’autorità e quindi anche sotto tale profilo hanno una sicura rilevanza penale 8si pensi alle direttive inoltrate per conto di Giampà Pasquale o ai messaggi tranquillizzanti inoltrati a Giampà Giuseppe e così via)”.
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