Reggio Calabria - La Corte d'appello di Reggio Calabria ha condannato un avvocato e i familiari di Maria Concetta Cacciola, la testimone di giustizia deceduta nel 2011 dopo aver ingerito dell'acido muriatico, accusati di minacce nei confronti della donna per costringerla a ritrattare le sue accuse contro i familiari, legati alla cosca Bellocco di Rosarno, e gli stessi Bellocco. I giudici, in particolare, ha condannato il padre della ragazza Michele Cacciola a 8 anni e 8 mesi, il fratello Giuseppe a 7 anni e 4 mesi e la madre Anna Rosalba Lazzaro a 5 anni e 6 mesi. Le pene sono state determinate in continuazione con le precedenti sentenze di condanne inflitte agli stessi imputati per episodi di maltrattamento a Maria Concetta Cacciola.
I giudici hanno poi condannato l'ex legale della donna, l'avv. Vittorio Pisani a due anni e otto mesi di reclusione. Il legale, che da circa un anno collabora con la giustizia, ha avuto riconosciute le attenuanti generiche e su disposizione della corte è stato scarcerato. Gli imputati condannati oggi erano stati processati in abbreviato nel luglio dello scorso anno. Nella stessa inchiesta, denominata Onta, è coinvolto anche un altro legale, Gregorio Cacciola - solo omonimo della donna - che è stato condannato, con il rito ordinario, a 6 anni e 4 mesi di reclusione il 24 aprile scorso. I cinque, secondo l'accusa, avrebbero indotto Maria Concetta Cacciola a registrare una dichiarazione in cui affermava che tutto quello che aveva detto fino a quel momento era frutto delle costrizioni e delle pressioni dei magistrati. La donna, nipote del boss Gregorio Bellocco, cognato del padre Michele, aveva deciso di collaborare con la giustizia ed era stata trasferita in una località protetta dove era rimasta fino al 10 agosto del 2010, quando decise di tornare a Rosarno per riabbracciare i figli rimasti a casa dei nonni in attesa del perfezionamento delle pratiche per il loro trasferimento. Il 20 agosto successivo mori' per ingestione di acido muriatico.
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