Lamezia Terme - Triste giornata per la città di Lamezia. È venuto a mancare all'età di 37 anni Antonio Saffioti. Giovane lametino che ha trasformato la sua disabilità in un impegno sociale. Sue tante battaglie per i diritti dei disabili e contro l’omofobia. In queste ore in tanti stanno ricordando il suo coraggio, la sua forza e il suo amore per la vita. Autore anche di due libri, “Chi ci capisce è bravo” e “Respirare-La tracheotomia: scelta e sfida per una vita indipendente”. All’inizio dell’estate 2018, Antonio Saffioti, che ha scoperto a due anni di avere la distrofia muscolare di Duchenne, ha infatti compiuto una scelta importante del suo cammino: si è sottoposto alla tracheotomia per respirare e continuare la sua vita indipendente. È stato portato via da una crisi respiratoria.
Alla famiglia di Antonio Saffioti giunga il cordoglio dell’editore e di tutta la redazione de Il Lametino.
Reazioni
Guarascio: "Va via un ragazzo che ha insegnato a tutti il valore della vita"
"Oggi è un giorno tristissimo per la città di Lamezia Terme: la scomparsa di Antonio Saffioti ci riempie di dolore e ci lascia senza parole. Va via un ragazzo che ha insegnato a tutti il valore della vita, il rispetto della diversità, il coraggio della resistenza. Le sue battaglie civili, la sua tensione morale, il suo impegno per gli altri hanno però lasciato in noi un segno indelebile e una traccia immortale. Alla sua famiglia - dichiara Eugenio Guarascio - che è stata esempio di amorevolezza e forza, a tutti coloro che gli hanno voluto bene va un pensiero carico di affetto e di vicinanza. Antonio, sarai il nostro angelo custode".
Il ricordo dell’amministrazione comunale: “Resta indelebile la figura di Antonio quale patrimonio della città”
“A nome dell’Amministrazione Comunale, esprimo affetto e vicinanza alla famiglia Saffioti per la scomparsa del caro Antonio, amico di tutti ed immagine viva di audace indimenticabile combattente. Questa domenica si tinge di tristezza per l’intera Comunità per una notizia che ci lascia profondamenti addolorati ma che ci induce a ricordare colui che non si è mai lasciato vincere dalla sofferenza, trasformando gli ostacoli in nuove opportunità di vita. Antonio, uomo determinato e culturalmente illuminato, ha sempre lottato per richiamare al fondamentale senso civico e umano, ammonendo gli amministratori sulle responsabilità cui sono chiamate le istituzioni, stimolandoli a lavorare per cambiare una società, spesso troppo disattenta e comunque chiusa nei limiti angusti di pericolosi preconcetti. Sempre con il sorriso sulle labbra, non ha mai sofferto la disabilità ed ha speso la propria vita per difendere chi, meno fortunato, non poteva invece godere di quel sostegno che gli amici, la famiglia e la Comunità tutta non hanno mai negato a lui. Antonio ha testimoniato come la fame di cultura non possa essere soddisfatta se non attraverso un continuo lavoro di ricerca, di stimoli, di studio e di approfondimento, sottolineando come mai ci si possa sentire arrivati parlando di “sapere”. La sua eccelsa ed illuminata mente – prosegue Sindaco di Lamezia Mascaro - gli ha consentito di correre più veloce di molti altri perché mai altezzoso nelle conquiste e sempre critico nella ricerca. Oggi, Antonio rappresenta l’esempio più vivo per i giovani affinché possano riflettere che solo la curiosità intellettuale per l’arte, la politica, la musica, lo studio costituisce il volano per spiccare il volo nella vita. La comunità lametina lo ricorderà sempre nel suo ottimismo e nella sua tenacia, con al fianco la stupenda figura di un padre che non si è mai fermato di fronte a nulla, e sotto la pioggia, la neve, il sole, ed anche lungo strade ripide e tortuose, ha posato la mano sulla sua spalla, aiutandolo a spingere e realizzare i suoi sogni. Resti indelebile la figura di Antonio quale patrimonio di una città desiderosa di lottare per cambiare il suo volto, con passione e determinazione. Continuino altri, nel suo ricordo e con il suo esempio, ad essere sempre pronti a battersi con determinazione per gli umili ed i sofferenti, per i disagiati ed i bisognosi, per ciò che appare diverso solo alla luce di bieca moralità; possano essere in tanti a difendere, nel suo ricordo, i diritti quotidianamente violati e creare, quindi, la Società che Lui sognava. A lui dedichiamo un inno a vivere: Se non puoi essere un pino sul monte, sii una saggina nella valle, ma sii la migliore, piccola saggina sulla sponda del ruscello. Se non puoi essere un albero, sii un cespuglio. Se non puoi essere un'autostrada, sii un sentiero. Se non puoi essere il sole, sii una stella. Sii sempre il meglio di ciò che sei. Cerca di scoprire il disegno che sei chiamato ad essere. Poi mettiti con passione a realizzarlo nella vita” (M.L. King)”.
Fittante: “Rimani nei nostri ricordi indelebili”
“È venuto a mancare Antonio Saffioti. Per chi lo ha conosciuto e frequentato, è una giornata triste e una perdita grave. Una persona ricca di umanità, che ha fatto della sua condizione di diversamente abile un motivo di impegno nel sociale, laureato e culturalmente attrezzato, scrittore, esempio di cittadino attento alle vicende della nostra Città e del nostro Paese. Mancherà a noi - dichiara Costantino Fittante del centro Riforme democrazia e diritti - che gli siamo stati amici e compagni di lotta per il progresso democratico di Lamezia, ma mancherà ai molti che magari lo hanno solo conosciuto nei tanti incontri pubblici ai quali ha partecipato da protagonista. Addio Antonio rimani nei nostri ricordi indelebili per quello che sei stato esempio per noi tutti. Alla famiglia le nostre condoglianze”.
Pd Lamezia: “Ha dimostrato l'importanza della partecipazione”
Il Partico democratico di Lamezia si unisce al dolore di familiari e amici per la perdita di Antonio Saffioti: “Lo ricorderemo per la sua intelligenza, la sua ironia, la sua curiosità, la sua voglia di essere parte attiva della comunità, il suo infinito coraggio. Antonio ha dimostrato con i fatti l'importanza della partecipazione e il valore di un sorriso e deve essere un insegnamento per tutti noi e per tutti coloro che credono nell'impegno per il bene comune. Ciao Antonio”.
D'Elia: "Il tuo sorriso era uno schiaffo alle tristezze e agli scoraggiamenti della vita"
“'Il 2 giugno, festa della Repubblica, passo a trovarti in visita istituzionale', ti scrivevo scherzando esattamente venti giorni fa. 'Affacciati al balcone, stile Giulietta e Romeo, per sicurezza'. E tu mi hai scritto: 'a distanza di 3 metri e con la mascherina, puoi pure salire'. Il primo incontro, dopo quasi 4 mesi che non ci vedevamo, all’insegna dell’ironia: 'tanto il virus è morto, è tutto un complotto', ti ho detto scherzando. E tu hai subito liberato quel sorriso carico esplosivo di vita, con quel viso “pieno” che era uno schiaffo alle tristezze e agli scoraggiamenti della vita. Questo è avvenuto venti giorni fa. Anche il nostro ultimo incontro su questa terra, secondo quei disegni divini che tutto dispongono e nei quali è difficile penetrare con la nostra piccolezza umana, doveva essere una “lezione di vita”. Come tutta la tua vita è stata una “lezione di vita”. Il tempo da concedere all’altro, la cura, l’attenzione, il rischio connaturato alla libertà e alla vita stessa dell’uomo quando sceglie di mettere da parte sé stesso per fare spazio all’altro: quel pomeriggio del 2 giugno mi hai lasciato questa bellissima e serissima eredità. Un anno fa pubblicavamo il racconto di una delle scelte decisive della tua vita, compiuta due anni fa, il 13 giugno 2018, quando, calcolando rischi e benefici con la lucidità razionalità di un analista matematico e il cuore semplice e libero di quell’autentico amante della vita che sei stato e sei, hai scelto di sottoporti alla tracheotomia per respirare. A settembre 2018, mentre al telefono ti sfogavo tutti i miei “disagi esistenziali” di una stagione estiva che non ho mai sopportato, mi dicesti: “ora mettiamoci al lavoro. Voglio raccontare la scelta compiuta a giugno. Penso possa essere utile per gli altri, penso sia importante far passare il messaggio per cui la tracheotomia non è “l’ultimo stadio”, ma può aiutare tante persone a vivere e vivere meglio”. Da allora abbiamo trascorso tanti pomeriggi insieme: tu e i tuoi genitori a raccontare e io a scrivere. È stato molto più della redazione di un racconto di vita, per quanto penetrante nelle dinamiche più profonde di determinate scelte e di singoli attimi. Per me, scrivere insieme quella pagina importante della tua vita, è stato un poter entrare nella tua intimità e nell’intimità della tua famiglia. Non ho ascoltato come un qualsiasi uditore né ho riportato come un cronista: per me è stato percorrere insieme a voi un tratto di strada. Grazie, Antonio! Quel racconto è poi diventato un progetto con cui hai voluto sostenere il centro NeMo Sud di Messina, centro specializzato per la cura delle patologie neuromuscolari, dove tu sei stato seguito per tanti anni.
Ripercorrere attraverso la scrittura il tuo passato - scrive Salvatore D’Elia autore insieme ad Antonio Saffioti del libro “Respirare. La tracheotomia: scelta e sfida per una vita indipendente” - capire quanta “forza da leoni” ci voglia per affrontare con il sorriso una vita che ti schiaffeggia e ti fa gli sgambetti, l’amore di una madre e di un padre come “armi sofisticate” di cui Dio si serve per fare miracoli. Questo ho imparato scrivendo “Respirare” a quattro mani con te. Conoscerti e conoscervi con quella condivisione così intima di vita e di affetti, capire fino a che punto possa arrivare l’amore, è stato per me come per i discepoli sulla strada verso Emmaus: mentre noi siamo distratti e presi da mille cose, Cristo ci passa accanto. Ci passa accanto nel volto di chi, come Antonio e la sua famiglia, soffre, spera, lotta, ama. Mi mancherai, Antonio. Tantissimo. Ma con altrettanta certezza affermo che tu continui a camminare con noi. Continui a camminare con la tua e nostra battaglia per la vita indipendente e i diritti delle persone con disabilità. Al nostro tempo che ci sfugge tra le mani, alla nostra indifferenza e a tante superficialità nei rapporti, la tua ultima lezione di quel pomeriggio del 2 giugno: tempo, attenzione, cura, il rischio della vita, la gioia degli incontri con gli altri che portano il sapore dell’eternità. In quell’eternità dove ora tu vivi. E da dove abbiamo il dovere morale di mettere in pratica quella grande lezione che è stata la tua vita".
Progetto Sud: “Un uomo vestito dei colori dell’arcobaleno”
“Carissimi, ho una gran brutta notizia da dare a tutti voi, questa notte Antonio Saffioti ci ha lasciati”. Così Nunzia Coppedè scrive sul gruppo whatsApp di Comunità Progetto Sud. “Nessuno – scrivono dalla Progetto Sud - trattiene il dispiacere e, le parole che ricordano Antonio, esempio di vita, sempre proteso agli altri e il con sorriso, suo fedele compagno di viaggio, sono la risposta a quel triste messaggio. La sua testimonianza resta un canto libero di cui non si può e non si deve perdere memoria. La comunità Lametina, da oggi è più povera. Ma ognuno di noi potrà scrivere almeno un episodio, nel libro dei ricordi, per ricordare Antonio, un uomo vestito dei colori dell’arcobaleno, lottatore e difensore dei diritti. Grazie per la tua vita e il tuo esempio. Da parte di tutti noi della Comunità Progetto Sud, vicini alla famiglia Saffioti”.
Fish Calabria: “Antonio, lasci un vuoto enorme nella tua città e in tutti noi”
“E te ne sei andato così! La tua vita è stata un’esplosione di idee, di studio e di impegno culturale e politico. Quando ancora piccolo un po’ barcollando frequentavi la scuola, pacioccone e sorridente non riuscivo ad immaginare che un giorno saresti diventato l’uomo maturo e responsabile che abbiamo avuto in tanti la fortuna di conoscere. L’aver partecipato alle tue 2 lauree per me è stato un grande onore. Abbiamo fatto tante cose insieme e nella presidenza della Fish Calabria io mi sono appoggiata spesso sulla spalla, delegando a te, come vicepresidente, tutte le attività del distretto di Lamezia Terme e non solo. Io stavo tranquilla perché alcune azioni politiche le sapevi fare anche meglio di me. Poi un giorno sei venuto a dirmi che non te la sentivi più di continuare con un impegno di grande responsabilità le attività della Fish Calabria, volevi sperimentare altro, non sei mai uscito totalmente tanto è vero che sei il delegato del Coordinamento Regionale della UILDM ma non hai incarichi. Tutti abbiamo seguito con interesse il giovane Antonio che si è riconosciuto scrittore di interessantissime biografie, candidato alle amministrazioni comunali e sempre in prima fila nei movimenti cittadini finalizzati a promuovere la partecipazione attiva, l’accessibilità, l’accoglienza delle diverse culture ed abbiamo ammirato anche Antonio attore. Sei stato un sognatore ed hai realizzato molti dei tuoi sogni, dal 2014 stavi aspettando di poter vivere il progetto per la vita indipendente. Eri stato selezionato, una pessima amministrazione comunale ha cercato in tutti i modi di bloccare tutto, facendoti sentire in colpa perché tu eri anche il vicepresidente della Fish Calabria, partner nel bando per una piccola parte di formazione alla vita indipendente. Ci sono voluti 6 anni – ricorda ancora Nunzia Coppedè Presidente FISH Calabria - per far partire questo progetto ed ora che finalmente lo stavi realizzando purtroppo non lo hai portato a termine. Non ci sono parole per esprimere il vuoto che lasci nella tua città che hai molto amato, a tutte le persone con disabilità e ai loro famigliari che hai aiutato senza risparmiarti mai, alle associazioni che hai fondato, ai progetti della Comunità Progetto Sud a cui hai partecipato, al sostegno a DPI Italia e, in particolare alla FISH Calabria che deve a te molta della forza e della visibilità che oggi le permette di fare una valida rappresentanza per l’inclusione sociale delle persone con disabilità in Calabria. Grazie, grazie e ancora grazie. Un forte abbraccio alla tua famiglia ed in particolare al tuo papà, complice e ombra di te stesso, che ha vissuto, oserei dire in simbiosi, il tuo breve ma intenso percorso di vita. Sono certa che dalla casa del Padre continuerai a vigilare su di noi”.
Rosario Piccioni: “Antonio Saffioti spirito puro, anima libera, cittadino del mondo”
"Antonio ha abbandonato la vita terrena il 21 giugno: nel giorno del solstizio d’estate, il giorno più lungo dell’anno e quello in cui si registra la massima diffusione di luce. Proprio quella luce luminosa, forte ed intensa che Antonio ha irradiato sui tanti che hanno avuto la fortuna di incrociare con lui i loro percorsi di vita. Antonio ci ha lasciati proprio nel giorno in cui ha inizio la stagione che amava di più: aspettava sempre con gioia l’estate per trasferirsi a mare e godere della natura e dei tramonti delle nostre spiagge, ma soprattutto per prendere parte ai tanti eventi che Antonio adorava, dal Color Fest ai concerti, alle presentazioni di libri, ai tanti momenti di svago e socializzazione che la stagione estiva riserva. Quelli appena passati sono stati, come è giusto che sia, i giorni del dolore e della sofferenza per la morte di una persona unica e speciale: è normale che sia così, è umano!!!" questo il ricordo di Rosario Piccioni.
"Ma io - aggiunge - penso che anche in questi momenti difficili dobbiamo avere la forza di andare oltre il momento contingente e avere la lucidità di guardare gli eventi in una dimensione più ampia soprattutto facendo tesoro dei tanti insegnamenti che Antonio ci ha lasciato. A partire dal suo indimenticabile sorriso sempre stampato sul volto: un sorriso che racconta entusiasmo e gioia, ma anche serenità, forza, equilibrio interiore e una grande profondità d’animo. Un sorriso che, come Antonio, continuerà a vivere ogni giorno con noi perché rimarrà per sempre scolpito nei nostri occhi e nei nostri cuori e ci accompagnerà ogni singolo giorno. E allora ecco che, del tutto naturalmente, al dolore si sostituisce rapidamente la gioia: la gioia di avere avuto la fortuna di conoscere Antonio e di avere condiviso con lui, chi più a lungo chi meno, tanti anni di quel percorso chiamato “vita”. Ma anche la gioia data dalla consapevolezza che Antonio continuerà a vivere ogni giorno con noi attraverso il suo messaggio e i suoi valori che saranno per tutti noi un patrimonio umano di inestimabile valore. Antonio, per gli amici TotoSaff, è uno spirito libero, un’anima pura e un cittadino del mondo".
"Uno spirito libero - prosegue Piccioni - perché Antonio ha avuto sempre la forza di volare alto, di librarsi in cielo per affermare le sue idee e i suoi convincimenti fregandosene delle cattiverie e del chiacchiericcio delle persone. E lo ha fatto fino in fondo rompendo anche le resistenze di una società troppo spesso ipocrita e conformista. Antonio è stato colui il quale, con il caloroso sostegno del papà Pino, della mamma Vittoria e della sorella Maria Rosaria, senza remore ed esitazioni ha lottato fin dalla sua adolescenza per far capire che era un essere umano come tutti, con i suoi pregi e i suoi difetti, con le sue paure e con le sue emozioni, e non un “handicappato” come purtroppo venivano etichettate negli anni della sua infanzia le persone con disabilità. E Antonio nella sua generosità e nella sua visione collettiva ha lottato non solo per sé ma anche per gli altri, facendo capire quanto sia importante abbattere non solo le barriere fisiche ma anche quelle mentali. Antonio, con il suo esempio, con l‘essere dappertutto ha voluto dare un messaggio a tutti, a partire dalle famiglie con figli in una condizione simile alla sua: “Noi siamo essere umani e come tali andiamo a mare, ai concerti, al cinema, alle partite, ai comizi. Noi andiamo dappertutto semplicemente perché siamo come gli altri”. Una rivoluzione in una società che troppo spesso ha invece teso a “ghettizzare” queste persone. Antonio mi ha insegnato soprattutto quanto sia importante anche l’aspetto “terminologico” non per il suo aspetto di forma ma di sostanza. Certo per convenzione, anche giuridica, oggi si parla di “persone disabili” che è sicuramente un grande passo avanti rispetto alle “persone handicappate” di appena qualche tempo addietro. Ma Antonio mi ha insegnato che il termine più appropriato è “persone con difficoltà”. C’è chi ha una difficoltà motoria, chi mentale, chi fisica. Ma se ci pensiamo bene chi di noi nella sua vita non è una “persona con difficoltà”? Temporanea o permanente che sia!!! Ecco allora che viene facile capire che siamo tutti uguali, siamo tutti esseri umani. Questa è la grande lezione che mi ha lasciato Antonio ed è per questo motivo che quando parlo di lui non voglio mai enfatizzare le sue “difficoltà”. Antonio è stato colui il quale ha condotto battaglie quotidiane per vedere riconosciuti i diritti delle persone con difficoltà, soprattutto con l’obiettivo di fare capire tanto alle istituzioni quanto ai semplici cittadini che sono “cose” che spettano e non un favore che si chiede e si deve concedere per “pietà”. Antonio ha improntato la sua vita ad affermare il valore della “vita indipendente” che tutte le persone con difficoltà hanno diritto a vivere. E’ stato uno spirito talmente libero da avere avviato una discussione nella nostra regione, sì proprio nella nostra Calabria, sul tema della sessualità delle persone disabili approfondendo il tema dell’assistente sessuale. E lo ha fatto senza filtri, mettendoci la faccia proprio in una regione in cui affrontare certi argomenti è ancora “tabù” per tutti".
"Antonio ha un’anima pura e candida: i suoi valori di onestà, moralità, altruismo , lotta per combattere le diseguaglianze e far valere i diritti degli ultimi, dei deboli e degli emarginati rappresentano il patrimonio morale che continuerà a vivere con noi. E poi che bontà d’animo: quante volte si è confidato sottolineandomi qualcosa che non gli era piaciuto in questa o in quella persona, ma sempre con delicatezza e sensibilità. Già un attimo dopo aveva trovato un valido motivo per “giustificare” e perdonare. Antonio poi si è sempre battuto per affermare i diritti degli omosessuali e della comunità LGBT: come dimenticare la sua partecipazione al Gay Pride di Cosenza - e ancora aggiunge - Antonio è un cittadino del mondo: la bandiera della pace e i colori dell’arcobaleno che ha sempre con orgoglio sventolato sono la cifra di una persona che è consapevole che se vogliamo un mondo migliore dobbiamo uscire fuori dal nostro recinto e dai nostri “localismi”. Mentali e reali. Antonio ha trovato sempre un pensiero per i conflitti e le cause umanitarie aperte in ogni parte del mondo e ha sempre dimostrato vicinanza agli ultimi: dai profughi siriani a quelli palestinesi a quelli curdi, dal Darfur alla Somalia. Antonio come racconta nel suo ultimo libro “Respirare”, ad un amico che era andato a trovarlo a casa e durante la chiacchierata gli sparò la classica frase “Dovreste essere tu e i tuoi amici comunisti, ad accogliere gli stranieri a casa vostra” rispose di andare a vedere chi dormiva nel lettone: il piccolo Mohamed Antonio detto “Ntunuzzu” figlio del suo amico senegalese “Bouba”!!! Proprio qualche giorno fa Antonio in uno dei suoi ultimi post Facebook si è rivolto a Trump chiedendogli “di scendere in strada a inginocchiarsi dando l’onore e il rispetto che meritano ai neri, evitando agli USA di diventare una Suburra e al mondo di fare la fine di Gomorra” . Antonio poi è un tutt’uno con la nostra amata Lamezia: concerti, presentazioni di libri, rappresentazioni cinematografiche, festival ed eventi di ogni genere. Antonio c’è stato sempre ma non da semplice spettatore, ma da vero protagonista con interventi sempre profondi, pertinenti e pungenti".
"Antonio, insieme a due talentuosi giovani della nostra città, Marco Cavaliere e Salvatore D’Elia, ha scritto due libri autobiografici: “Chi ci capisce è bravo” e “Respirare”. Due libri scritti in modo crudo, diretto e senza fronzoli che sono una confessione a cuore aperto della sua vita e che secondo me dovremmo avere il coraggio di diffondere nelle nostre scuole cittadine e far leggere ai nostri giovani per farli riflettere veramente sul senso della vita. Per rimanere all’attualità, al Coronavirus e alle tanto “famigerate” mascherine suscita una profonda riflessione il capitolo 10 di “Respirare” dal titolo “Un’estate indimenticabile senza mascherina” in cui Antonio racconta la gioia di avere vissuto, dopo tanti anni, finalmente un’estate senza mascherina definita “una inseparabile compagna di vita. Quasi una moglie, direi.”
"Ma secondo me la dimensione in cui il mitico TotoSaff si è proprio superato è stata quella artistica: come dimenticare i due esiti di laboratorio teatrale, “Casi clinici” e “Io non sono il mio problema” in cui TotoSaff ha recitato con maestria volando davvero alto e affermando la sua libertà. In “Casi clinici”, ambientato in un futuro apocalittico, in un ambiente intimo e in un'atmosfera magica TotoSaff e gli altri attori ci hanno fatto sognare, emozionare e soprattutto capire che in questo mondo c'è sempre speranza. TotoSaff ha interpretato Malone che in un finale stupendo ha lasciato questo messaggio "Finché l'essere umano conserva un soffio di vita, può perfezionarsi ed essere utile agli altri uomini. Ma egli può esser utile agli altri uomini, solo perfezionandosi e può perfezionarsi, solo rendendosi loro utile"… TotoSaff, è uno spirito libero, un’anima pura e un cittadino del mondo: avrete certamente notato che ho usato il presente e il passato perché sono certo che non sarà il distacco terreno ad interrompere il nostro rapporto con Antonio. Antonio continuerà ad essere sempre con noi. Tanto e tanto ci sarebbe ancora da raccontare, ma voglio chiudere con un mio personale pensiero che uso in rarissime occasioni e con grande attenzione e che rivolgo solo a persone “uniche”: Credo. Credo nell'uomo. Credo in una visione collettiva e non individualistica della società. Credo nel grande potere degli esseri umani, con il proprio comportamento ed esempio, di creare una società migliore. Credo in persone speciali che ogni giorno in silenzio sono un punto di riferimento per tanti giovani trasmettendo valori universali come umanità, rispetto, giustizia, solidarietà. Credo che aldilà della materialità della esistenza terrena, chi ha seminato bene non muore mai. Credo nella forza di un sorriso. Credo nella vita. Credo in te TotoSaff".
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