Lamezia Terme - "Ndrangheta e camorra, l'impero sul mediterraneo". Altro appuntamento importante al Festival Trame con Giuseppe Borrelli, procuratore della Repubblica di Salerno. A dialogare con lui, Giovanni Tizian direttore artistico della kermesse. Borrelli, già procuratore aggiunto a Catanzaro, si è occupato di lotta alla mafia per anni in Calabria. In tema di Mediterraneo, si è parlato naturalmente di porti e di lotta alla droga. Borrelli, ha parlato di “vere e proprie organizzazioni che sono preposte a garantire sbarchi”.
Portando ad esempio un’impotente indagine svolta a Salerno come quella sul Captagon, un derivato dall’anfetamina, e al relativo sequestro di 88 milioni di dosi. “Indagine - ha detto - che si è sviluppata intorno ad una rete logistica bene organizzata. Una droga destinata alla Libia e ai mercati orientali usata dai terroristi dell’Isis. Tant'è che è detta droga dei combattenti, usata anche dagli attentatori al Bataclan". Sollecitato da Tizian, ha poi spaziato su vari temi, alcuni di stretta attualità come sulla questione intercettazioni e sul dibattito in corso. “Per definizione - ha sottolineato - le intercettazioni sono utilizzate solo se rilevanti. La nuova legge prevede che siano ammesse solo quelle rilevanti e non tutte”. Sull’abuso d’ufficio, ha osservato che si tratta della classica situazione in cui si ha “paura della firma che deve apporre il Pubblico amministratore”, affermando che “in Italia nell'ultimo anno sono stati 5mila i processi. Se si divide per i Tribunali esistenti, siamo a 35 processi per Tribunale. Un dato non certo rilevante. La soglia della paura della firma mi sembra dunque piuttosto bassa”.
Per Borrelli, insomma, “si può anche abrogare l’abuso d’ufficio ma bisogna sostituirlo con un'altra legge. Il problema è che questo non sta avvenendo e di questo non se ne parla". Sulle competenze della procura di Salerno su Catanzaro, per ciò che riguarda i magistrati, Borrelli, senza entrare nel merito delle inchieste, ha detto che “esiste un problema di complessità sui vari casi. Comunque quello che è giusto o no lo stabilisce il giudice”. Sulla lotta alla mafia, il procuratore di Salerno ha precisato che “nell’attività di contrasto è importante la percezione sociale che si ha del fenomeno. Un fenomeno in questo momento metabolizzato. Se si prende coscienza sociale si aiutano anche le forze dell'ordine". Infine, come sono cambiate le mafie dopo le stragi del ‘93. "Sono cambiate completamente. In questo momento - ha concluso Borrelli - ci sono organizzazioni di tipo imprenditoriali, sia camorristiche che mafiose. A Napoli ho visto organizzazioni che operavano a tutti i livelli, cogliendo qualsiasi occasione apparentemente legale e lavorando in attività con interessi in svariati campi".
Antonio Cannone
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