Lamezia, operazione ‘Asta la vista’: “Quando partecipano i padroni, le aste se le fanno i padroni”

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Lamezia Terme - "Quando c'è il padrone partecipa il padrone e non deve partecipare nessuno…è una regola!”. Parola di Raffaele Calidonna, colui che avrebbe avuto un ruolo centrale, stando alle indicazioni degli inquirenti, nell’operazione scattata ieri a Lamezia e denominata “Asta la vista”. 

Un sistema criminale consolidato che avrebbe puntato a condizionare, stravolgere e manomettere il delicato settore delle aste giudiziarie cittadine: 12 persone arrestate, 9 misure di interdizione e oltre 70 indagati per quasi 100 reati contestati e un cerchio che deve ancora chiudersi.  A giocare un ruolo chiave sarebbe stato appunto Calidonna, titolare di un'agenzia di assicurazioni e servizi intestata alla figlia, che si trova attualmente ai domiciliari all’interno dello stesso procedimento. 

Secondo l’accusa Calidonna avrebbe partecipato direttamente ai raggiri o si sarebbe avvalso di alcuni collaboratori, tra cui avvocati, commercialisti o complici all’interno del tribunale, oltre che dell’agenzia d’affari e servizi intestata alla figlia. Così riusciva ad ottenere ribassi e informazioni riservate relative alle aste giudiziarie dei suoi clienti. Quando le notizie non risultavano utili per il raggiungimento dello scopo, Calidonna però, avrebbe avvicinato altri offerenti, e, sempre secondo l'accusa, li avrebbe intimiditi al fine di farli desistere, adducendo vicinanze a cosche locali.

“Sono quelli che fanno il bello e il cattivo tempo”

Un episodio emblematico viene riportato all’interno del decreto di sequestro dell’operazione “Asta la vista”, dove si descrive il passaggio di una trattazione da parte di Calidonna per la vendita di otto lotti costituiti da altrettanti terreni in agro a Gizzeria. E’ l’asta del 9 aprile 2018 e lo stesso prova a far desistere alla partecipazione un finanziere che aveva già presentato domanda in busta chiusa, chiedendogli apertamente di non procedere ad alcun rialzo, al fine di consentirne l’aggiudicazione in favore di Vincenzo Iannazzo, sempre indagato all’interno della medesima operazione. 

In particolare, Calidonna, in seguito all’interessamento di Antonio Iannazzo (padre di Vincenzo), avrebbe condizionato l’esito della procedura intimando al finanziere: “omissis….No, no, no, no,…81/2011 c’è il padrone che partecipa”- “Quando si fa…ehm…l’offerta vi ritirate” - “E’ allora venite da me che vediamo di trovare qualcosa, che noi facciamo proprio questo lavoro. Noi siamo proprio un’agenzia d’affari. “Noo…e se ve lo dico io…c poi partecipano i padroni e quando partecipano i padroni le aste se fanno i padroni”“Potete fare quello che volete- si legge ancora nel decreto - Mortilla (ndr: la contrada) e coso c’è il padrone e se la deve prendere il padrone! Quando c’è il padrone partecipa il padrone e non deve partecipare nessuno…è una regola!”.

Sempre intimando il finanziare a ritirare la trattativa, Calidonna prosegue infine nel rimarcare: “Dico qua ci sono delle usanze, delle cose che si devono rispettare” - “No, no. Devi capire a me!- (ndr: indicando il nome IANNAZZO scritto sulla cartellina dell’asta appena conclusa) - Vai sulla cronaca mondana chi sono, punto” - “E non ti dico più niente. Sono quelli che fanno il bello e il cattivo tempo. Punto. Ecco perché ti ho detto tranquillo!”- Va be…E avere amici come noi conta assai! Amici che contano…omissis”.  

“Successivamente - è riportato poi nel dispositivo - avendo Iannazzo Vincenzo sbagliato per ben due volte a compilare l’offerta, ad aggiudicazione avvenuta in favore del finanziere, Calidonna Raffaele, nell’interesse di Caporale Carlo, prometteva al finanziere il risarcimento dell’importo corrispondente all’assegno circolare già depositato a garanzia per la partecipazione all’asta giudiziaria, in cambio del mancato versamento dell’importo a saldo”. 

A.R.

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