Operazione "Glicine Acheronte", assolto il lametino Antonio Pagliuso

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Lamezia Terme - Assoluzione totale per il lametino Antonio Pagliuso tra i soggetti coinvolti nella maxi operazione Glicine- Acheronte, con cui furono svelati i sofisticati interessi criminali di una consorteria criminale, in grado di reclutare hacker tedeschi per muovere fiumi di denaro attraverso il trading clandestino on line e sarebbe stata fatta luce su un presunto comitato d’affari.

Allo stesso l’ufficio di Procura Distrettuale Antimafia aveva contestato il reato di illecita concorrrenza estorsione aggravata dalle modalità mafiose e avvalendosi delle condizioni previste dall'articolo 416 bis del codice penale ossia della forza di intimidazione derivante dal vincolo associativo e della condizione di assoggettamento e omertà che ne scaturisce, in ragione della peculiare modalità della condotta che esprime tecniche collaudate tipiche di un controllo del territorio, riconducibile ad una minaccia indicativa della riferibilità della richiesta ad una sfera plurisoggettiva riconducibile a compagine associativa portatrice di una propria capacità di sopraffazione che connota il metodo mafioso, ingenerando timore per l'appartenenza - nota e percepita dai destinatari - degli indagati ad un gruppo criminale ndranghetistico avente le caratteristiche indicate dall'art. 416 bis del codice penale, e il conseguente stato di prostrazione tale da coartare la libertà di autodeterminazione nei destinatari, e comunque per agevolare l'attività della cosca di appartenenza di cui al capo 1), e in particolare per conseguirne i vantaggi illeciti accrescendone la forza economica, il controllo del territorio e quindi la capacità operativa.

In particolare si contestava allo stesso Antonio Pagliuso in concorso con altri soggetti, di aver compiuto atti di concorrenza con minaccia implicita ed esplicita, al fine di ottenere la esclusiva nella installazione, all'interno degli esercizi pubblici, dei congegni elettronici da gioco e punti scommessa on line fornite dall'impresa di fatto gestite e/o collegate ad altro coimputato, in questo modo conseguendo, in forza dell'illecita modalità, la esclusiva nella collocazione dei predetti congegni elettronici da gioco e punti scommessa on line all'interno dei diversi esercizi commerciali.

La Procura Distrettuale Antimafia, al termine della discussione del procedimento celebratosi nelle forme del rito abbreviato aveva chiesto la condanna di Pagliuso Antonio alla pena di 10 anni di reclusione. Il Gip di Catanzaro, a seguito delle deduzioni delle difese dell’Avv. Antonio Larussa del Foro di Lamezia Terme e dell’Avv. Giuseppe Gervasi del Foro di Locri, ha assolto Antonio Pagliuso per non aver commesso il fatto, evidenziando i difensori come nella condotta del Pagliuso difettassero completamente i caratteri dell’imposizione minacciosa così come contestata. Da qui l’assoluzione totale di Pagliuso Antonio

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